Quelli del Circus hanno impiegato 62 anni per capire che la Ferrari è la F1. Diciamo che per i primi 20 anni sono scusati visto che tra Alfa e Cooper e Mercedes e Lotus era un tal via vai che di nulla vi era certezza. Ma da 40 anni è chiaro che lei, la Rossa, cè sempre. Anche indecifrabile e così così come ce lha restituita il 5° posto del primo Gp dellanno.
Ci sono voluti 62 anni per capirlo ma alla fine pare cosa quasi fatta: tempo un anno e un uomo del Cavallino potrebbe sedere al vertice del board della nuova società che, si vocifera, gestirà il carrozzone F1. E questo uomo potrebbe essere lo stesso Montezemolo. Perché in pratica, la Cvc, il fondo di cui Ecclestone possiede il 20% e che detiene i diritti commerciali della F1, entro un anno si quoterà in Borsa (valore 9-10 miliardi di euro). E i big team potranno ottenere gratuitamente una partecipazione azionaria. Nel board anche un uomo Red Bull, si parla del patron Dieter Mateschitz. Lobbiettivo è arrivare a quella F1 partecipata dai suoi stessi attori che in fondo era alle basi del campionato alternativo talvolta minacciato da Ferrari & C. Più soldi per tutti, più controllo sul giochetto e il suo futuro, con l81enne Ecclestone a sovraintendere a tutto ma... meno solista. Anche perché a fine anno scade il Patto della Concordia e la divisione delle varie fette di torta dei diritti commerciali (ieri la «Gazzetta» parlava di 60 milioni di euro lanno per Maranello, bonus di 35 per la Red Bull) farebbe già parte del progetto. Dal punto di vista sportivo, la novità più importante insita nella rinegoziazione del Patto è la possibile apertura, dal 2013, alla terza monoposto: cioè una terza Ferrari, una terza McLaren...
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