Pittori nel segno della luce assoluta

Da Londra a Zurigo la grande mostra sugli artisti italiani che precedettero il Futurismo

Pittori nel segno della luce assoluta

La critica inglese si è... divisa sul Divisionismo italiano in occasione della splendida mostra «Radical Light. Italy’s Divisionist Painters 1891-1910» in corso alla National Gallery. Da una parte si esaltano le opere di impegno sociale scaturite dalla delusione delle promesse risorgimentali non mantenute, dall’altra si polemizza sulla validità di una pittura che usava una tecnica fine a se stessa, i cui protagonisti «ricomponevano la dicotomia fra simbolismo e socialismo nel comune interesse per gli effetti della pennellata, del colore e della luce», ma «mancavano di coesione per penetrare nella coscienza internazionale». Una battaglia perduta, insomma, «ultimo sussulto di una tradizione esaurita che affondava le radici nel Rinascimento». Inevitabile dunque che il Divisionismo italiano, «troppo umano, incongruo e contraddittorio», senza un proprio manifesto, si sfaldasse nel vortice futurista.

Non è questa l’opinione dei curatori della rassegna, organizzata con la collaborazione del Kunsthaus di Zurigo, dove sarà trasferita a fine settembre. Se il Divisionismo italiano, con le intuizioni di Russolo, Balla e Boccioni, apriva la strada alla frammentazione della luce che sarebbe esplosa nel Futurismo, esso fu comunque un momento pittorico autonomo che s’inseriva in una forte matrice italiana dello studio della luce, affondando le radici nella pittura dei Macchiaioli e degli Scapigliati, come spiega Simonetta Fraquelli, curatrice insieme con Christopher Riopelle di «Radical Light». Gli obiettivi della mostra sono proprio di presentare in Inghilterra la storia del Divisionismo all’interno della storia d’Italia, la sua componente simbolista all’interno di un discorso europeo, distillando il meglio dai primi grandi protagonisti fino agli artisti che segneranno il momento di passaggio al Futurismo.

Disamina autorevole appoggiata da cinquanta opere grandiose - prestiti eccezionali dall’Europa e dall’America -, la rassegna rientra nel vasto progetto della pinacoteca londinese di portare all’attenzione del pubblico internazionale i movimenti europei ancora poco noti, perché non sostenuti dal mercato, storicamente più incentrato sulla Francia. «“Radical Light”, “Luce assoluta” - sottolinea Giovanna Ginex, curatrice con Vivien Greene del magnifico catalogo - è una rilettura critica di tutti gli studi sul Divisionismo, tutte le tappe e tutti i passaggi degli ultimi vent’anni. Si fanno ancora errori sulla definizione esatta di Divisionismo, tecnica che prevedeva l’utilizzo dei colori puri, ma in Italia, a differenza che in Francia, non era fine a se stessa, il nostro Divisionismo è molto legato al contenuto».

La rassegna dedica molto spazio a Vittore Grubicy. «Liberale, grande intellettuale di acceso spirito risorgimentale, fu Grubicy a incentivare la nuova possibilità cromatica del colore diviso e dell’interpretazione della luce, nell’accezione che sarà poi di Previati: l’arte deve raffigurare tutti i temi e le tensioni sociali oltre il vero, quel vero che aveva dominato fino alla fine dell’Ottocento», precisa Giovanna Ginex.

Protagonisti alla National Gallery sono Segantini con i paesaggi montani e con opere che si richiamano ai Preraffaelliti, a Burne-Jones, e Previati con un simbolismo che si riallaccia a Watts e Wagner, accanto agli stridenti messaggi sociali di Angelo Morbelli. Ma anche Nomellini, Balla con la travolgente Pazza dal suo Polittico, Boccioni, Carrà, Russolo. E Pellizza da Volpedo, con La processione, del 1892-95, e Fiumana che a Londra i critici considerano fra i più grandi dipinti dell’epoca. Incompiuto, il dipinto preparatorio del più famoso Quarto Stato brilla più per l’assenza che per la presenza della disciplina divisionista, quasi un’opera della scuola realista, abbozzata negli anni in cui l’artista osservava che «un divisionismo troppo evidente danneggiava le opere d’arte».

La carrellata di divisionisti italiani alla National Gallery verrà integrata fra pochi giorni dalla mostra documentaria sul percorso umano e artistico di Pellizza da Volpedo, allestita presso l’Istituto Italiano di cultura. Una raccolta di materiale grafico e pittorico conservato nel suo atélier di Volpedo oggi museo pubblico, curata da Aurora Scotti Tosini e già ammirata a New York l’anno scorso nel primo centenario della morte del pittore.

LE MOSTRE
«Radical Light. Italy’s Divisionist Painters 1891-1910».

Alla National Gallery di Londra fino al 7 settembre e al Kunsthaus di Zurigo dal 26 settembre all’11 gennaio. Info. www.nationalgallery.org.uk. «Giuseppe Pellizza da Volpedo and his World». All’Istituto Italiano di Cultura, 39 Belgrave Square, Londra, dal 10 settembre al 10 ottobre.

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