Pokerissimo Milan, che risalita Ibra gol e inventa. Robinho c’è

Quinta vittoria di fila dei rossoneri con 18 gol segnati. Lo svedese apre su rigore il 4-0 sul Catania. La Lazio non si ferma, Klose ritrova la vetta. Udinese, Di Natale torna bomber. Arriva il sole, salta Napoli-Juventus

Pokerissimo Milan, che risalita  Ibra gol e inventa. Robinho c’è

Milano Il Milan prende a martellate il Catania ammazza-grandi. Quattro pappine e tutti a casa, sotto la pioggia che non procura allagamenti a San Siro (almeno la permeabilità del prato è da promuovere a pieni voti). Con la dedica, inevitabile, per Antonio Cassano tornato a casa e anche per Rino Gattuso (a proposito: sono segnalati miglioramenti sul conto del calabrese, dixit Allegri a fine partita), i due grandi assenti ricordati a viva voce dalla curva e non solo e per rimpiazzare i quali sono in corso boatos di ogni tipo sul calcio-mercato.
Può bastare questa elementare sintesi per raccontare della quinta prodezza consecutiva firmata dai campioni d’Italia al fine di risalire in quota e tenere il passo di Udinese e Lazio, leader del campionato nell’attesa del recupero di Napoli-Juventus. Questa volta la goleada rossonera non si sposa con improvvisi cedimenti della sua trincea difensiva, come a Lecce o all’Olimpico contro la Roma, e resta a brillare per la felicità di Allegri che nell’occasione può sperimentare Emanuelson tre-quartista raccogliendo qualche spunto positivo e assistere al riscatto di Robinho che riesce a far gol di complicata fattura (come il 2 a 0 di ieri) e a sbagliare magari qualcuno facile facile (gli succede più avanti) tanto per non perdere la singolare abitudine. Prima, durante e dopo, c’è un Ibrahimovic stratosferico che è il vero ispiratore del gioco d’attacco e non solo. Ormai lo svedesone riesce a tirarsi fuori dall’area di rigore quando la trova particolarmente affollata per aprire varchi ai suoi sodali che ne approfittano con un sincronismo spettacolare: prima Robinho, poi Seedorf, infine Inzaghi appena arrivato in partita, nel finale, per ritagliarsi un quarto d’ora di gloria, si ritrovano con la porta spalancata e finiscono nell’imbattersi nel miglior Andujar possibile, grazie agli assist di Zlatan.
È anche vero, come segnala Montella dopo aver incassato le quattro martellate, che lasciar giocare il Milan, i suoi giocolieri, ai ritmi bassi, significa votarsi al suicidio. E così dopo aver sofferto qualche imbarazzo, sul 2 a 0, e aver lasciato ai siciliani solo le proteste per un mani (involontario) di Zambrotta in area, la squadra di Allegri riesce a sfruttare un altro paio di disattenzioni difensive per chiudere il conto e seppellire anche la presunzione del Catania, convinto, nelle parole e nei fatti, di poter giocare contro il Milan alla pari, misurandosi sul palleggio e sui triangoli, addirittura. Quando capiscono che non è il caso di osare tanto, sono sotto di quattro gol ed Abbiati è in grado anche di respingere un paio di rasoiate.
I cinque squilli di tromba consecutivi del Milan, tra una sosta e l’altra del campionato, un mese di tempo, sono l’evidente conseguenza di un assetto tattico migliorato, del recupero di preziose energie e di una produzione, in fatto di gol, che sta diventando da record. 18 i gol segnati contro i 6 subiti sottolineano oltre che lo smalto di attaccanti e centrocampisti, la particolare efficacia del gioco che ha ormai in Ibrahimovic il suo ispiratore. Ecco perché dalle parti di Milanello non c’è nessuna nostalgia di Pirlo, anzi quel suo trotterellare a metà-campo venne considerato una inutile perdita di tempo. Ibra manda Robinho in gol e poi va a riscuotere il rigore (commesso da Lanzafame sul brasiliano in corsa), il primo in campionato, quindi apre con un arcobaleno lanciando il brasiliano sul 2 a 0: nessuno riesce ad arginarlo, neppure ci provano, Legrottaglie e soci. Solo Spolli provvede a contendergli qualche pallone in quota ma è un esercizio inutile perché lo svedese firma le migliori giocate quando esce dall’area siciliana senza che qualcuno lo pedini o ne disturbi l’azione. E questo sarebbe uno che si annoia mortalmente, che sta per lasciare il calcio? Tutte bischerate, per dirla come Allegri. Che continui a scrivere libri e insolenze sul conto di Guardiola se questa poi è la risposta in partita.

Extraterrestre sul campo, ma umano fuori: «Mi mancherà tanto Cassano. Saluterò Guardiola? Vedremo». E Anche il feeling con i colleghi non è più un problema: con Fantantonio intesa a occhi chiusi, con Robinho e Seedorf, idem. Più complicato quando tornerà Pato, dopo la sosta, a Firenze.

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