Polemica: un dibattito con colpi di scena nato da un "monologo" di Alessandro Baricco

«Basta soldi pubblici al teatro, meglio puntare su scuola e tv». Questo il titolo del lungo intervento (un monologo, verrebbe da dire) dello scrittore Alessandro Baricco comparso sulla Repubblica di martedì scorso. Come di consueto, segue dibattito. In platea e fra i loggionisti, reazioni più orientate al «no» che al «sì», ai fischi più che agli applausi. Il giorno dopo, sul nostro Giornale, Luca Doninelli non soltanto dissente, ma attacca ricordando come, da buon gramsciano, Baricco pensa che tocchi agli intellettuali educare il popolo. Con o senza i fondi statali.

Anche il registra e drammaturgo, oltre che romanziere, Vincenzo Cerami e l’attore e registra teatrale Franco Branciaroli, sempre sul Giornale di mercoledì, hanno raccolto la provocazione di Baricco soltanto per rilanciargliela addosso: «una presa di posizione salottiera» secondo Cerami; «stiamo parlando della stessa persona che fece uno spettacolo con Luca Ronconi e che ebbe tutti i finanziamenti del caso?», la pungente domanda retorica di Branciaroli. E ieri Pietrangelo Buttafuoco ha rincarato la dose: «Se chiudono i teatri addio alla libertà». Oggi nella discussione interviene, con l’intervista di questa pagina, un maestro del nostro teatro, .

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