Al Politecnico le contestazioni sono guidate dal rettore

MilanoIngegneri, architetti e futuri contestatori. Il Politecnico di Milano, una tra le migliori università italiane, si prepara a sfornare i ribelli di domani. Il senato accademico dell’istituto ha infatti deciso in seduta straodinaria di portare avanti, a livello istituzionale, forse unico caso in Italia, le critiche al ddl Gelmini.
Non è bastata la pagina del Corriere della Sera del 24 novembre, comprata con una colletta di docenti e ricercatori, per spiegare urbi et orbi il proprio punto di vista sul disegno di legge, ci mancava la proclamazione, insieme a quella dei dottori, delle critiche alla riforma davanti alle famiglie riunite. Il Senato accademico della facoltà milanese ha deciso infatti di affiggere nelle aule dove si terranno oggi gli esami di laurea lo stesso testo di critica già pubblicato sul quotidiano. E per fugare il dubbio che mamme e papà, nonne e fratelli quel giorno siano troppo emozionati per leggere quel che pensa il direttivo dell’ateneo, rettore e pro rettori hanno pensato bene di far leggere pubblicamente il testo. L’obiezione di coscienza non è ammessa.
Durante la proclamazione i cattivi maestri leggeranno il comunicato riassuntivo «per assicurare la massima partecipazione degli studenti e dei loro familiari».

«Il Politecnico di Milano critica ogni tendenza a rimediare ai problemi dell’università con regole restrittive e generalizzate - si legge - esprime la sua preoccupazione per la mancanza di un vero sistema di valutazione, per il sottofinanziamento e per la perdita di competitività internazionale del sistema universitario italiano e per la frustrazione di tanti giovani ricercatori costretti a periodi troppo lunghi».

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