Dazi Usa al 10%, Paolo Mascarino presidente di Federalimentare: "Un compromesso sostenibile pur di garantire l'accesso al mercato americano delle nostre imprese"

Mascarino: "Gli Usa restano un mercato per noi davvero molto importante, e resta prioritario garantirne l’accesso alle nostre imprese, limitando le barriere all’ingresso"

Dazi Usa al 10%, Paolo Mascarino presidente di Federalimentare: "Un compromesso sostenibile pur di garantire l'accesso al mercato americano delle nostre imprese"
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Sulla proposta di dazi al 10% su tutti i prodotti europei in entrata negli Stati Uniti da parte del Presidente Trump, il Presidente di Federalimentare, Paolo Mascarino, ha dichiarato: “L’industria italiana è fortemente orientata all’export (circa 50% della produzione industriale viene esportata, e gli US valgono il 10% del nostro export): questo è vero anche per il settore alimentare: gli US sono la seconda destinazione del nostro export, e valgono (nel 2024) 7,7 miliardi di fatturato, pari al 14% del totale del nostro export. Prima degli US, abbiamo solo la Germania, che vale 7,9 miliardi. Dunque, gli US restano un mercato per noi davvero molto importante, e resta prioritario garantirne l’accesso alle nostre imprese, limitando le barriere all’ingresso”.

“Resta comprensibile - prosegue il Presidente Mascarino - che la UE voglia dare una risposta politica ai dazi US, per dignità istituzionale e affinché non sia mortificata da questa decisione dell’amministrazione Trump: ma questa risposta dalla UE riteniamo debba essere prudente ed equilibrata, aperta al negoziato, e senza rispondere dazio contro dazio”.

“Nel negoziato tra UE e US, auspichiamo il rilancio dell’idea di un’area di libero scambio euroatlantica, a dazi zero, che dia alle nostre imprese accesso al più grande e moderno mercato mondiale”.

“Premesso che ogni dazio fa male al commercio e in definitiva alle economie dei paesi coinvolti, se questo scenario non sarà percorribile – conclude il Presidente di Federalimentare - riteniamo che un dazio al 10% sia comunque un compromesso sostenibile, in quanto potrebbe

essere assorbito, in tutto o in parte, da produttori e importatori, ovvero essere ribaltato, in tutto o in parte, sui consumatori americani limitando i rischi di riduzione della domanda rispetto alla minaccia di dazi al 20%”.

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