La politica ignora il malcontento popolare

Sono con la mia famiglia un medio imprenditore, parlo tre lingue, giro il mondo, leggo, studio, insomma, non mi reputo un cretino. Qualche giorno fa ho assistito allo spettacolo di Grillo. È da tempo che lo seguo, che leggo il suo blog, che rifletto sulle sue posizioni. Mai come oggi in qualità di cittadino, elettore, elemento attivo della società, mi sento frustrato. Dinnanzi al disastro denunciato da più parti sul quale non mi dilungo la politica che fa? Un comico denuncia le inefficienze, i privilegi, i furti di cui siamo spettatori e vittime spesso inconsapevoli. Su alcuni punti forse esagera ma se fa breccia, se tanta e tanta gente lo segue è perché c’è una evidente congiunzione storica tra il livello di insofferenza e le risposte che vengono date. La politica fa quadrato ignorando di fatto la forza di un malcontento che proviene dal basso e che grazie alle nuove tecnologie trova il modo di scambiare le informazioni e organizzarsi. Così facendo spiana la strada alla protesta che non potrà far altro che montare ancora. Cosa accadrà quando inevitabilmente cadrà la famosa goccia che fa traboccare il vaso? Nel frattempo gli altri Paesi europei corrono verso il futuro.

Noi siamo ancora qui a discutere sulla inopportunità che un pregiudicato sia eletto in Parlamento. Tutta l’informazione a questo punto è dinnanzi ad un bivio. L’Italia chiusa e provinciale ha bisogno dei mezzi di comunicazione per darsi una scossa.

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