La politica spettacolo all’attacco Grillo: ma Napolitano è malato?

Il comico «ironizza» sulla salute del capo dello Stato mentre Dario Fo ritorna in palcoscenico con una nuova pièce sul «nano gigante»

da Milano

Dario Fo lancia la carica dalle colonne dell’Unità, lasciando intendere che presto dedicherà una nuova pièce a quella che da qualche anno a questa parte è la sua unica causa, Silvio Berlusconi. E Beppe Grillo, sul suo blog torna all’attacco del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ipotizzando che sia malato visto che non trova altre ragioni per cui abbia firmato il lodo Alfano.
È attacco concentrico dalla politica spettacolo alle istituzioni. Un attacco più sofisticato quello di Fo, che immagina la sceneggiatura del suo - probabile - nuovo spettacolo, Il nano gigante fa il suo mestiere, contro Berlusconi, certo, ma anche contro la sinistra stanca e incapace di fare opposizione. Altra storia Grillo, che per la gioia dei suoi fan trascende a dir poco nel cattivo gusto prendendosela col capo dello Stato, auspicando quasi che sia in cattiva salute.
«Giorgio Napolitano - scrive il comico - è in apparente buona salute, ma ricordando il suo passato, non trovano giustificazioni le sue prese di posizione e le sue azioni. Si è pronunciato contro la spettacolarizzazione dei processi quando le procure sono sotto l’attacco del governo. Ha firmato senza battere ciglio il lodo Alfano. Una legge incostituzionale. Ha trascorso un sereno compleanno in piazzetta a Capri tra musicanti e inquisiti, tra cui la moglie di Mastella e Bokassa Bassolino. La salute può essere l’unica giustificazione del suo comportamento. Vorrei essere rassicurato se è in grado di esercitare ancora il suo incarico e per quanto tempo. Se possibile disporre della sua cartella sanitaria. Un presidente della Repubblica debole (malato?) soggetto a pressioni è utile sia al Pdl, che fa passare tutte le leggi razziali e anticostituzionali che vuole, sia al Pdmenoelle, che preferisce un presidente ds, uno di famiglia, a uno Schifani».
Ai limiti del vilipendio. Non a caso lo sdegno è stato bipartisan. «Le affermazioni di Grillo - dice il presidente dei deputati del Pdl Fabrizio Cicchitto - sono il segno che è in atto un impazzimento della realtà italiana con una serie di apprendisti stregoni che si contendono il primato di chi la spara più grossa, ma con una pericolosità che purtroppo sfugge al gruppo dirigente del Pd». «Per l’ennesima volta, Beppe Grillo ha abbondantemente travalicato i confini del buon gusto», chiosa Giorgio Tonini, del coordinamento del Pd, esprimendo solidarietà a Napolitano.
Pesante ma più elegante la bordata che si propone di attuare Dario Fo. L’obiettivo è sempre lui, Silvio, stavolta «nano gigante» che si è regalato l’immunità. Ma ce n’è anche per la sinistra. Troppo bruciante, ancora, l’amaro addio dell’alter ego di Fo, la compagna di vita e di palcoscenico Franca Rame, fuggita dal Senato pochi giorni prima della disfatta del governo Prodi.

«Il soggetto “sinistra” - dice Fo - sta suonato nella sua componente parlamentare, attonita. In quell’altra versione che si diceva “radicale”, invece, non si sa dove stia, i druidi della “radicale” sono a raccolta non si sa dove, nella foresta, a celebrare i loro riti misteriosi».

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