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Gli 007 del Parlamento lavorano 5 ore al mese

Le commissioni d'inchiesta: tante e inutili. Volevano indagare pure su Fiat e Pasolini

Gli 007 del Parlamento lavorano 5 ore al mese

Indagare, in Parlamento, non stanca affatto. I James Bond di Montecitorio e Palazzo Madama infatti fanno proprio la pacchia. Secondo i dati diffusi da un report pubblicato dal sito Openpolis, le 15 commissioni di inchiesta parlamentare in Camera e Senato lavorano, in media, cinque ore al mese. Non un minuto di più. Circa 2000 ore di lavoro per 1871 sedute. Il tutto va sommato alle spese elefentiache per il mantenimento di questi carrozzoni: 852 mila euro sprecati da Montecitorio e 751 mila da Palazzo Madama. Così lo strumento che, secondo l'articolo 82 della Costituzione, doveva servire a «disporre inchieste su materie di pubblico interesse» è diventato un bengodi per onorevoli senza poltrona oppure lo specchietto per le allodole di parlamentari in cerca di ribalta mediatica.

E oltre a essere inutili sono anche tante, 15 tra Camera e Senato, sulle materie più disparate. A Montecitorio si indaga sugli «effetti dell'utilizzo dell'uranio impoverito», su «contraffazione, pirateria commerciale e commercio abusivo», «digitalizzazione e innovazione della Pubblica Amministrazione», «condizioni di trattenimento dei migranti», «morte del militare Emanuele Scieri» e «condizioni di sicurezza e stato di degrado delle città e delle loro periferie». Il totale alla Camera fa 6.

Le 5 commissioni del Senato invece sono su «infortuni sul lavoro», «intimidazioni nei confronti degli amministratori locali», «disastro del traghetto Moby Prince», «ricostruzione della città de L'Aquila dopo il terremoto del 2009» e, dulcis in fundo, c'è il «femminicidio e ogni forma di violenza di genere». Il quadretto è completato dalle quattro commissioni bicamerali che si occupano di «fenomeno delle mafie», «ciclo dei rifiuti», «rapimento e morte di Aldo Moro», «sistema bancario e finanziario». Due di queste non si sono riunite nemmeno una volta, quella sul terremoto de L'Aquila e la bicamerale sul sistema economico e finanziario. Ma le inchieste non bastano mai. Sono ferme nel pantano dei lavori parlamentari oltre 130 proposte di indagine. E c'è n'è un po' per tutti i gusti.

Il grillino Claudio Cominardi vuole approfondire la questione degli sgravi statali di cui ha beneficiato la Fiat a partire dal secondo dopoguerra. Fabio Rampelli di Fratelli d'Italia è concentrato sulla «violenza politica dal 1970 al 1989». L'ex M5s Fabio Campanella, poi passato a Mdp, pensa sia importante spendere altri soldi pubblici per un'inchiesta parlamentare sui fatti del G8 di Genova. Gli appassionati di storia si sbizzariscono con proposte sulla morte di Pasolini, la tragedia di Ustica e la scomparsa di Emanuela Orlandi. Tra le idee più curiose, c'è sicuramente la commissione d'inchiesta sul maltrattamento degli animali. Imbattibile il dem Roberto Giachetti che vuole investigare sul «giuoco del calcio».

Ma tutto ha un prezzo. Facendo i calcoli, ogni presidente di commissione intasca circa 1200 euro al mese oltre allo stipendio. Più benefit e rimborsi anche per vicepresidenti e segretari.

Indagare conviene.

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