Roma - L'ex vicepresidente degli Stati Uniti, Joe Biden, prima di parlare dovrebbe imparare che le bugie hanno le gambe corte. Soprattutto perché a sparare in rete fake news si rischia di essere sbugiardati da qualcuno che ne sa di più. Soprattutto se quel qualcuno sono i servizi italiani, che in clima pre-elettorale stanno svolgendo un attento monitoraggio sul rischio di ingerenze da parte di Paesi esteri sulle elezioni del 4 marzo prossimo.
Il democratico politico statunitense, così caro a Matteo Renzi, qualche giorno fa aveva insinuato che la Russia stesse «aiutando la Lega e il Movimento 5 Stelle in vista delle prossime elezioni parlamentari». L'affondo era arrivato anche relativamente alla vittoria del «No» alle consultazioni referendarie del 4 dicembre 2016, quando l'ex premier si dimise incassando una sonora sconfitta. Anche dietro all'esito di quella votazione, secondo Biden, ci sarebbero stati Putin e il Cremlino. Ma ora l'Intelligence italiana arriva a smentire il bidone del politico Usa.
Finora, secondo quanto riportato dall'Ansa, che cita i direttori di Aisi e Aise, Mario Parente e Alberto Manenti, ascoltati ieri e l'altro ieri dal Copasir, non ci sarebbe evidenza «di quanto denunciato dall'ex vicepresidente degli Stati Uniti», il quale aveva diffuso quelle che ora appaiono sempre più come illazioni, attraverso la rivista Foreign Affairs. D'altronde, a smentirlo era stato, nei giorni scorsi, anche il segretario della Lega, Matteo Salvini, che al Giornale aveva detto: «Sono tutte bugie. Piuttosto, mi preoccupa il tentativo di bavaglio che ci riporta indietro di qualche decennio. Io non sono un complottista, però quando uno come Soros spende miliardi di euro per rilanciare associazioni che decidono cosa si può dire e cosa no, nulla mi toglie il dubbio che stia pagando anche delle persone per epurare chi dice la verità. Basta guardare il sito della Open society foundation per capire che stanno indicando le parole che non si possono dire. Ci ha provato già qualcuno qualche decennio fa e non è finito bene».
Insomma, i veri manipolatori arriverebbero da altri lidi e non certo dalla Russia. D'altronde anche gli 007 italiani sono dell'idea che non vi sia alcun hacker legato a vario titolo al Cremlino o ad altri Stati o privati che possa aver influito o che stia tentando di influire sull'andamento delle consultazioni.
In ogni caso l'intelligence sottolinea che i suoi esperti già da molto tempo monitorano con costanza le attività sulla rete per capire se vi siano soggetti che abbiano l'intento di favorire qualcuno. Un particolare lavoro sarà comunque attuato proprio nel corso del voto del 4 marzo, quando si lavorerà per la protezione dei dati elettorali.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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