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Il potere del calcio è marcio. Viva il calcio

Blitz a Zurigo dell'Fbi a due giorni dal rinnovo presidenziale della Fifa. Mondiali sospetti a Russia e Qatar. Ci sarebbe un giro di tangenti per 100 milioni di dollari

Il potere del calcio è marcio. Viva il calcio

C' è qualcosa che va molto oltre la doppia inchiesta globale sulla federazione internazionale del calcio. Sette arrestati, l'ipotesi di un sistema di corruzione coordinato e duraturo per assegnare i Mondiali (si parla di quelli del 2018 in Russia, del 2022 in Qatar, ma anche del 2010 in Sudafrica) e la gestione dei diritti tv e il marketing del calcio mondiale. Indagano l'Fbi e la magistratura americana che ieri ha promesso di ripulire il calcio dalle sue sanguisughe interne. Molti dei reati ipotizzati sono stati rivelati sotto forma di fiction in libri e reportage televisivi. Chi vive il mondo del pallone ieri non è stato poi così sorpreso, quindi. Il che non sposta di un millimetro il problema. Se solo una minima parte delle accuse venisse confermata, si tratterebbe di una vergogna senza uguali, di un sistema (dicono tutti così in questi casi) allucinante in cui viene chiamato in causa il presidente della Fifa Joseph Blatter, il quale, anche se dice di non essere direttamente coinvolto, avrebbe quantomeno la responsabilità politica di ciò che è accaduto. La Fifa ammette parte delle colpe, il suo capo cerca di resistere dicendo che è stata la stessa Fifa a denunciare.

Tutto chiaro, questo. Quasi semplice. Così come è elementare che questa storia non finirà: la Russia ha protestato ufficialmente, sostiene che l'inchiesta dell'Fbi sia un'ingerenza americana in questioni extraterritoriali. Il caso pallonaro diventerà presto caso geopolitico-diplomatico. Una prova di forza a cui non si sottrae neppure la politica calcistica se è vero che l'Uefa ha chiesto di rinviare le elezioni del presidente Fifa in programma domani: Blatter va verso la conferma, ma l'inchiesta è un macigno. Il teatro ha molti attori, molte comparse e qualche regista. Però c'è quello che va oltre. Ovvero il cinismo con cui ieri i media mondiali hanno dipinto il calcio intero come un mondo di corrotti e maneggioni, il sadico piacere con cui la notizia veniva interpretata come l'ovvia conseguenza del «business milionario che ruota attorno al calcio». C'è un piacere evidente nel mortificare uno sport amato dal mondo intero e per questo cattivo a prescindere. È una specie di «ve l'avevamo detto» globale in cui commentatori, analisti, politici, intellettuali trovano originale dire «hanno rovinato il sogno dei bambini».

Le Nazioni Unite hanno avuto inchieste analoghe a queste, ma c'era un pudore mostruoso nel raccontarle e nel prendere posizione. Si specificava che gli errori degli uomini non minavano la credibilità dell'istituzione. Qui l'equazione è questa: nella Fifa ci sono funzionari marci, quindi è marcia l'intera Fifa, quindi è marcio l'intero calcio mondiale. Perché? La ricchezza del pallone diventa la colpa da espiare. Ci si dimentica che la ricchezza ha migliorato il gioco, l'ha reso più democratico perché l'ha esportato anche dove non aveva cittadinanza, permette a noi di vedere tutte le partite (il che dà fastidio agli anti-calcio, ovviamente), ha consentito la nascita di campioni che non sarebbero esistiti. C'è una parte del governo mondiale del calcio che è corrotta quindi è corrotto il calcio nel suo complesso? Se è così, se lo credete davvero ritirate i vostri figli e i vostri nipoti dalle scuole calcio, dagli oratori, dalle strade, dai parchi, da qualunque posto in cui rotoli un pallone preso a calci. Perché quello che giocano i vostri figli non è uno sport diverso.

È quello lì.

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