I sexy poster di Cattelan fanno infuriare Rimini

Costati al Comune oltre 100mila euro, non sono piaciuti ai cittadini che insorgono: "Patacche volgari"

I sexy poster di Cattelan fanno infuriare Rimini

Rimini - Saluti da Rimini. La città di Fellini? La città dell'imponente Castel Sismondo o dell'affascinante Tempio Malatestiano? No. Saluti da una Rimini che non è nemmeno quella dei suoi Bagni storici (ma modernissimi). Le cartoline che dovrebbero girare il mondo per portare un'immagine nuova e accattivante del centro romagnolo ti fanno vedere ben altro: una donna stesa a fianco di una aragosta, un lato B cosparso di dentifricio, ma anche un primo piano maschile dove si intuisce che l'organo sessuale si dà al sollevamento pesi. Sono solo alcune delle immagini che portano l'impronta di uno dei più accreditati artisti italiani a livello internazionale: Maurizio Cattelan. E sono il cuore di un progetto che il Comune romagnolo ha affidato all'artista milanese per «veicolare» come si usa dire oggi il «brand» (marchio) della città in giro per il mondo. In effetti la provocazione è già nel dna di Cattelan (quello per intenderci del dito medio alzato a mo' di insulto proprio al centro di piazza della Borsa a Milano, oppure della statua di Adolf Hitler presentato in ginocchio e a mani giunte). Quindi è naturale che se da un lato a New York e Tokio arriva il richiamo della firma d'autore ma anche la suggestione della provocazione tutta artistica, a Rimini invece residenti e turisti cadono nella provocazione e storcono il naso. Otto di queste cartoline sono diventati dei mega-cartelloni. E in questi giorni, tra uno sprizt e una granita, le provocazioni di Cattelan sono l'argomento forte nei bar, al mercato, e sotto gli ombrelloni.

«Sa come diciamo da queste parti? - mi domanda Gioenzo Renzi, consigliere comunale per Fratelli d'Italia, ma prima ancora avversario dell'attuale sindaco Andrea Gnassi (Pd) nelle elezioni del 2011 - una pataccata! Nient'altro! Pensare che fino a qualche anno fa potevamo ammirare in giro per il mondo le bellissime riproduzioni di René Gruau. Uno che ha lavorato per l'alta moda, uno che aveva a cuore questa città!». Anche Patrizia Rinaldis (rappresentante degli albergatori riminesi) si mostra tiepida sui cartelloni. «In effetti le cartoline non sembrano funzionare dal punto di vista dell'indotto diretto - spiega -, però come immagini le trovo belle e poi il paradosso virtuoso è che, piacciano o meno, stanno facendo il giro del mondo e soprattutto passano di bocca in bocca». Il problema, però, è anche politico. Le donne del Pd hanno bacchettato pubblicamente il sindaco: basta con queste immagini sessiste che danno il solito stereotipo della donna come oggetto del desiderio! Parole pesanti che hanno scosso il sindaco Gnassi (che ancor oggi è conosciuto fuori Rimini soprattutto come l'inventore della Notte Rosa) nel suo cuore di grande comunicatore. «Le donne di qui - sussurra divertito un barista del centro storico - non hanno molto senso dell'umorismo. In fondo quella roba lì sopra il palcoscenico del teatro Galli è una bella trovata, no?». Sopra il cantiere del teatro (distrutto nel '43 ma ancora lontano dal vedere le luci della ribalta) campeggia appunto il primo piano di un costume da bagno maschile da cui pende un sasso.

Insomma pataccata o meno, i grillini in Consiglio comunale sono indispettiti dal fatto che l'operazione (secondo i dati forniti dallo stesso assessore alla Cultura Massimo Pullini) sia costata più di centomila euro. Troppi per una pataccata?

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