Roma - Resistere, esplodere o implodere. Oscilla tra queste tre possibilità la parabola politica del sindaco di Roma, Ignazio Marino. La prima opzione prevede un rimpasto e un tentativo di sopravvivere a oltranza in Campidoglio, cercando di invertire il piano inclinato lungo il quale sta precipitando la giunta che rischia di essere ricordata come la peggiore della storia della Capitale. La seconda opzione è quella più clamorosa: le dimissioni di massa dei consiglieri comunali del Pd. Un gesto forte di cui dovrebbe farsi carico con un'indicazione dall'alto Matteo Renzi, finora poco disposto a entrare nella trincea romana e prigioniero delle sue indecisioni. La terza opzione prevederebbe invece le dimissioni del sindaco. Marino, però, non sembra disposto a farsi da parte e spera di continuare a contare sul sostegno del commissario del Pd romano, Matteo Orfini, proprio mentre la vicepresidente Pd del Senato, Valeria Fedeli, ha annunciato che il sindaco «ha 24 ore di tempo per fare la squadra»:
I riflettori, a questo punto, sono puntati sull'intervento che farà questa sera Matteo Renzi alla Festa de l'Unità. Un discorso che farà capire se la parabola politica di Marino è giunta al capolinea oppure no. Il sindaco, per il momento, dopo l'uscita di altri due assessori, si appresta a portare a termine il rimpasto. Ieri Marino ha dovuto incassare l'addio di Sel che ha deciso di restare fuori dalla Giunta, pur garantendo l'appoggio esterno. «Non siamo soddisfatti dell'incontro con il sindaco. Allo stato attuale siamo fuori dalla giunta» ha detto Paolo Cento, coordinatore romano di Sel. L'idea del primo cittadino è quella di procedere con un rimpasto essenziale: tre nuovi innesti nel suo esecutivo in sostituzione dei tre dimissionari. La carica di vicesindaco, precedentemente ricoperta da Luigi Nieri, insieme alla delega al bilancio, che apparteneva a Silvia Scozzese, dovrebbero passare a Marco Causi (Pd). Quella alle periferie - prima sempre di Nieri - si prepara a passare a Marco Rossi Doria, già sottosegretario all'Istruzione coi governi Monti e Letta, mentre ai trasporti si cerca una donna. Tra le ipotesi in campo c'è Anna Donati, già assessore con Luigi De Magistris.
Marino deve anche fare i conti con il conto alla rovescia per l'approvazione del bilancio, operazione complicatissima che ha fatto scattare le dimissioni dell'assessore Scozzese. Ma al di là dei conti il Pd teme di non poter sostenere la crescente impopolarità dello stesso Marino.
I dati dell'agenzia per il controllo dei servizi pubblici di Roma Capitale certificano che la percezione della qualità della vita è passata dal 6,12 del 2009 al 6,27 del 2012 (durante la giunta Alemanno) scendendo al 5,24 del 2015. Una caduta verticale e una certificazione del divorzio ormai avvenuto tra il sindaco e la città.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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