Cronache

Nobiltà in miseria

Nobiltà in miseria

Famiglie aristocratiche cadute in disgrazia, eredi mancanti oppure disinteressati, che a un castello in piena campagna bretone preferiscono un appartamento a Londra o Shanghai. La Francia ha un problema: il suo patrimonio di castelli, celebre in tutto il mondo e meta di turismo, è in buona parte abbandonato o svenduto. In altre parole: non si sa che farne. Secondo il quotidiano Le Figaro, sono 1.500 gli chateaux in cerca di un acquirente sparsi per tutto il Paese. Non sono mai stati così tanti: solo otto anni fa erano 800.

In totale in Francia ci sono circa 20mila monumenti storici appartenenti a privati. Tra quelli che non trovano pace c'è il Chateau de Robin a La Foeil, in Bretagna. Costruito nel 18esimo secolo, vanta soffitti alti 13 metri e 150 ettari di terreno. I Robin sono una famiglia che ha segnato la storia della regione, sfornando quattro presidenti del Parlamento locale e un ministro. Ora, però, nessuno sembra volersi fare carico del suo lascito: il castello è in vendita da sei anni e nel tempo la richiesta si è dimezzata da 4,2 milioni di euro a 2,1. Un passato illustre non è riuscito a salvare dalla decadenza nemmeno il Castello di Menars, nell'omonimo comune della Valle della Loira. Il corpo originale della dimora risale a metà 600 e un centinaio di anni dopo il complesso fu acquistato da Madame de Pompadour. Dopo vari passaggi di mano, proprio quando il suo ultimo proprietario, l'imprenditore Edmond Baysari, stava per concludere l'affare con una catena di alberghi due anni fa, la morte improvvisa di quest'ultimo ha fatto saltare tutto. I suoi numerosi fratelli e sorelle non sembrano essere ancora riusciti ad accordarsi con gli acquirenti, e così le 62 camere di Menars restano a oggi vuote. Ma tra i 1.500 castelli alla ricerca di un compratore c'è persino la «piccola Versailles», il Chateau di Luneville, a una trentina di chilometri da Nancy, dove nacque nel 1729 l'ultimo duca di Lorena, Francesco III Stefano, che poi sposò Maria Teresa d'Austria. Nel 2003 un incendio distrusse quasi completamente la struttura e il museo all'interno, da cui si riuscì però a mettere in salvo la collezione di ceramiche antiche. Oggi il castello è passato in mani pubbliche, al dipartimento di Meurthe e Mosella, che sta studiando un «progetto culturale» per recuperarlo. Secondo i media francesi si starebbe ragionando su un partenariato pubblico-privato che rilanci gli appartamenti ducali, da convertire in hotel. Niente è ancora deciso, ma le polemiche si sono già accese.

D'altronde gli investitori cercano proprietà ben tenute, dotate di comfort «moderni» e possibilmente non troppo distanti da Parigi. Condizioni che difficilmente si realizzano: più spesso, come dimostrano i numeri del fenomeno, questi maestosi complessi restano in vendita per anni anche a prezzi decisamente bassi. Olivier de Lorgeril, presidente dell'associazione «La Demeure Historique» che riunisce i privati proprietari di monumenti storici, dalle colonne del Figaro lancia l'appello a un «piano Marshall» dello Stato per salvare questo patrimonio, convinto che «i castelli sono il futuro dei nostri territori». Nel 2015 con lo stesso scopo è nata l'iniziativa «Adotta un castello», che propone campagne di raccolta fondi per acquistare collettivamente le dimore e dare loro un futuro. Tre anni fa hanno raggranellato in poco tempo mezzo milione per la Mothe-Chandeniers, in Nuova Aquitania, e recentemente hanno fatto il bis con il Château fort de l'Ebaupinay (1,2 milioni).

Come fossero nuove famiglie «allargate» che tentano di non disperdere una ricchezza nazionale.

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