Paola Fucilieri
Milano Dopo le dimissioni dall'ospedale Fatebenefratelli del caporale scelto Matteo Toia con dodici giorni di prognosi e sotto la lente analitica del pool antiterrorismo della Procura guidato da Alberto Nobili, con il passare delle ore la figura dello yemenita 23enne Mahamad Fathe, riprende una forma, seppur discutibile, quasi umana. Quasi azzerata la sua statura delinquenziale da estremista islamico, dell'extracomunitario - che ieri mattina poco dopo le 10.30, in piazza Duca d'Aosta, davanti alla stazione Centrale, ha aggredito all'improvviso e senza motivo il militare 24enne, sorprendendolo alla schiena con una forbice mentre stava salendo su un mezzo e colpendolo al collo e a una spalla - resta l'immagine fin troppo concreta e pericolosa di un immigrato regolare sul suolo italiano, ma con ogni probabilità mentalmente instabile e ora agli arresti con l'accusa di lesioni. Un arabo richiedente asilo, arrivato in Italia nel 2017 dalla Libia, che fino a lunedì sera era incensurato.
I carabinieri, immediatamente dopo il ferimento e non appena i militari di «Strade Sicure», colleghi del ferito, sono riusciti a disarmare e ad allontanare lo yemenita dal povero Toia, ieri sono intervenuti in Centrale bloccando Mahamad Fathe con una squadra di dieci uomini del Terzo Battaglione Lombardia. Ad aiutarli anche un senegalese di 52 anni, un immigrato regolare che passava di lì e ha domato in maniera definitiva, bloccandolo a terra con le mani dietro la schiena, l'esagitato. Che solo a quel punto si è messo a sbraitare più volte Allah akbar! (Dio è grande!), invocazione religiosa che ha suscitato scenari drammatici. Solo nel maggio di due anni fa, sempre in Centrale, infatti, un altro militare e un agente della Polfer, erano stati aggrediti a coltellate da Ismail Tommaso Hosni, un 20enne italo tunisino in fase di radicalizzazione.
Lo yemenita arrestato ieri era stato invece denunciato per resistenza, sempre dai carabinieri, solo la notte prima, intorno alle 2. Quando sotto una pensilina della sede della Caritas di via Sammartini, agitando una penna che teneva in mano, aveva iniziato a urlare insensatezze. Portato in caserma i militari lo avevano fotosegnalato e denunciato per resistenza, quindi, dopo aver mostrato il permesso di soggiorno, il giovane se n'era andato per raggiungere la stazione.
Nel 2017, giunto in Italia, Mahamad Fathe viene assegnato come richiedente asilo a Bergamo. Prima di finire le pratiche d'asilo, però, l'immigrato arabo lascia d'iniziativa il nostro Paese per andarsene in Germania. Da lì il buio, di lui non si sa più nulla. Rientra con un volo partito da Monaco di Baviera e atterrato alla Malpensa solo il 12 luglio di quest'anno e viene espulso in ottemperanza al trattato di Dublino.
Il 28 agosto formalizza la sua istanza di protezione internazionale a Mantova dove la questura gli rilascia un permesso di soggiorno provvisorio. Dal centro di accoglienza dell'ex hotel California, a Ostiglia (Mn), dov'è destinato, lo yemenita sparisce venerdì, quando raggiunge Milano e comincia a dormire in stazione Centrale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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