Diana Alfieri
Entrare in ospedale ed essere massacrati da un pazzo. Non è morta ma è impossibile dire se sopravviverà. Vittima dell'allucinante vicenda una 73enne sofferente dialzheimer , accompagnata martedì sera al pronto soccorso Santissima Annunziata di Taranto. Ieri mattina, intorno alle 6, si trovava ancora in «triage», ovvero il reparto di «smistamento», quello dove i pazienti vengono tenuti in osservazione in attesa di capire se per loro sarà necessario il ricovero, quando un uomo si è avvicinato alla sua barella piantandole un punteruolo nel cranio.
Un tipo sui 40 anni, dai capelli ricci, lunghi, notato da diversi testimoni allontanarsi velocemente dall'ospedale. Ma avrebbe le ore contate, le telecamere di sorveglianza hanno ripreso la scena, almeno in parte e la polizia lo avrebbe già identificato. Resta da capire cosa gli abbia armato la mano.
La settantatreenne ora versa in condizioni gravissime, ma sembra già un miracolo che respiri ancora. I medici ne avevano dichiarato la morte cerebrale, in realtà nel pomeriggio la donna ha dato qualche segno di «risveglio».
«Un impulso elettrico» lo definiscono i sanitari che, però, si mantengono molto cauti e sottolineano che questo particolare va comunque analizzato più approfonditamente per vedere da cosa è stato generato. L'osservazione della donna proseguirà sino a domattina e in questo lasso di tempo si vedrà anche se è il caso o meno di sottoporre la donna a un intervento chirurgico.
Sull'episodio adesso indagano gli uomini della squadra Mobile di Taranto. Le ipotesi si sprecano: potrebbe essere stato, secondo alcune ipotesi, un «paziente» visto aggirarsi già da qualche ora nel pronto soccorso sottoporsi a un triage e che avrebbe dato, durante la sua permanenza nel nosocomio, anche dei segni di squilibrio. Oppure, qualcuno che per qualche incomprensibile motivo, almeno al momento, aveva preso di mira proprio l'anziana. La polizia sta visionando minuziosamente le immagini della videosorveglianza a caccia di elementi utili alle indagini, ma ha anche interrogato il figlio e la badante della donna (coloro che l'avevano portata in ospedale) insieme ad altre persone. La donna era in condizioni vigili, hanno annotato i medici, ed era stata ricoverata nelle stanze di osservazione che fanno parte dell'astanteria del pronto soccorso. La paziente, precisano fonti Asl, sarebbe dovuta essere dimessa dal nosocomio nel giro di alcune ore. Ad accorgersi che la donna era ferita alla testa e che perdeva un rivolo di sangue, è stato il figlio, quando è tornato, dopo una breve assenza per andare alla toilette, nella stanza della madre. Un racconto da verificare.
Quanto avvenuto ha intanto suscitato la protesta del presidente dell'Ordine dei medici di Taranto, Cosimo Nume, che lamenta la condizione di insicurezza in cui versa l'ospedale e chiede l'adozione di provvedimenti concreti.
Gli replica seccamente il direttore generale dell'Asl di Taranto, Stefano Rossi: «Si tratta di un'aggressione che poteva accadere ovunque, in un posto pubblico come in un posto privato, ma non si dica che il pronto soccorso del Santissima Annunziata di
Taranto non è vigilato o, peggio, alla mercé di chiunque. Anzi, se c'è un posto dove la vigilanza è alta, dove c'è il vigilante armato h24 e sono attivi i sistemi di videosorveglianza, questo è proprio il pronto soccorso».
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