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Alfano "compra" i Comuni "Premi a chi si fa invadere"

Senato, informativa del ministro tutta al futuro: "Mobiliteremo, modificheremo, ricollocheremo"

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Roma«Mobiliteremo» i prefetti. «Modificheremo» il sistema di accoglienza. «Ricollocheremo» i migranti negli altri Paesi europei. Sbarchi di massa, centri al collasso, stazioni delle grandi città trasformate in accampamenti di disperati e il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, incredibilmente usa ancora il tempo futuro per illustrare le iniziative da intraprendere per gestire un'emergenza che, per stessa ammissione di Alfano, non è tale ma rappresenta un fenomeno «strutturale» che non si arresterà. «Siamo in mano a degli incompetenti - commenta il senatore leghista Roberto Calderoli -. O Renzi va a casa o la ruspa la porteremo anche a Roma». L'informativa di Alfano sull'immigrazione in Commissione Affari Costituzionali del Senato serve almeno a fare chiarezza sulle cifre. «Dall'inizio del 2015 sono arrivati in Italia 59. 600 immigrati con 428 sbarchi - puntualizza il ministro -. Dato sostanzialmente identico all'analogo periodo del 2014, nel quale registrarono 59.522 arrivi in 375 sbarchi». Peccato però che Alfano si guardi bene dal sottolineare che i dati del 2014 raccontavano già un'emergenza con 170.000 arrivi totali. L'esodo dei profughi infatti è iniziato oltre un anno e mezzo fa, più o meno da quando Alfano siede al Viminale. Il ministro non paragona questi dati a quelli del 2013 quando gli arrivi in tutto l'anno erano stati poco meno di 50.000 o al 2012 quando si erano fermati a 13.267. I migranti ospitati in Italia in strutture diverse (accoglienza temporanea, centri governativi e centri per richiedenti asilo, Cara) sono 78.000 e il governo si impegna garantire una più equa ripartizione tra le regioni. L'idea è quella di realizzare «hotspots in alcuni porti chiave dove concentrare gli gli arrivi e fare un primo screening sanitario e l'identificazione», spiega Alfano mentre gli attuali Cara «muteranno funzione in hub regionali per gestire numeri elevati, qui i migranti potranno formalizzare la domanda di protezione per poi essere inviati verso strutture di seconda accoglienza». Il ministro ha ribadito che ci saranno compensazioni e premi per i Comuni più impegnati sul fronte dell'accoglienza che potranno godere di allentamenti sul patto di stabilità.

E l'Europa? L'operazione Triton per la quale sono stati stanziati 38 milioni di euro prevede il coinvolgimento di 24 paesi e metterà in campo due aerei, due elicotteri, sei pattugliatori d'altura, sei costieri, cinque imbarcazioni per il pattugliamento costiero messi a disposizione da 8 Stati: Italia, Belgio, Svezia, Spagna, Malta, Regno Unito, Norvegia e Islanda. Alfano ha anche ricordato che la missione navale Eunavfor Med a guida italiana ha avuto il via libera dalla Ue per agire contro i trafficanti di esseri umani, neutralizzando i barconi prima che superino le acque libiche anche con operazioni di abbordaggio. Ma il punto cruciale resta sempre lo stesso: una volta salvati questi rifugiati dove andranno per essere curati, sfamati, assisititi? «Ci spettiamo che già a luglio avvenga la ricollocazione di migranti previsti dall'Agenda Juncker sull'immigrazione», dice Alfano in riferimento alla cifra di 24mila rifugiati che dovrebbero essere ridistribuiti in due anni.

Peccato che glialtri paesi siano liberi di dire no perché il meccanismo è ancora su base volontaria e quello di renderlo obbligatorio per ora resta un auspicio. Non solo. Su 22mila domande di asilo definite nel 2015 quasi la metà sono state respinte perchè evidentemente non c'erano i presupposti per accoglierle.

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