L'esito del Consiglio europeo di ieri ha fatto compattare la maggioranza giallorossa, soddisfatta del risultato ottenuto dal premier Giuseppe Conte sul Recovery Fund. Ma si tratta di una tregua momentanea: i 5 Stelle probabilmente nei prossimi giorni torneranno a puntare i piedi contro il Mes, mentre il Partito democratico spingerà a favore del fondo salva-Stati. E a questo si aggiungono le frizioni tra Italia Viva e il Comitato tecnico-scientifico. Nel governo non tira aria positiva: una prova è lo slittamento del Consiglio dei ministri a oggi.
Il vertice sarà preceduto da un confronto tra il presidente del Consiglio, il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri e i capidelegazione Alfonso Bonafede, Dario Franceschini, Teresa Bellanova e Roberto Speranza. Si parlerà non solo dei numeri drammatici (il crollo dell'8% del Pil, il deficit al 10%, il debito al 155%), ma anche delle varie proposte avanzate dai componenti dell'esecutivo. Ed è proprio in questo contesto che emergeranno le diverse vedute, le divisioni, gli scontri. Sarà una questione di equilibri: ovviamente ognuno vorrà ricoprire un ruolo decisivo e fondamentale nelle scelte, ma bisognerà fare i conti con gli inevitabili egoismi e singolarismi.
Gli scontri
Come riportato da Il Sole 24 Ore, la collisione vede la visione pragmatica dei dem scontrarsi con quella più assistenzialista dei grillini. I pentastellati, nelle persone del ministro del Lavoro Nunzia Catalfo e del viceministro all'Economia Laura Castelli, hanno ribadito ad alta voce la necessità del reddito di emergenza e dei contributi a fondo perduto per le imprese. Sulla prima opzione hanno provato a ottenere 3 miliardi di euro, ma pare che si dovranno accontentare di un miliardo circa. Sulle imprese invece la partita resta ancora aperta. I renziani sono riusciti a ottenere lo stop al meccanismo delle clausole Iva dal 2021.
Anche Italia Viva vuole avere la sua parte: Elena Bonetti ha fatto sapere che considera irrinunciabile "garantire un assegno mensile per tutti i figli perché le famiglie stanno affrontando maggiori spese". A suo giudizio i congedi straordinari dovrebbero essere estesi "non solo per altri 15 giorni, ma ulteriormente, se la scuola non riaprirà".
È lo stesso ministro della Famiglia a rispondere a Franco Locatelli: se da una parte il presidente del Consiglio superiore di sanità ha affermato che bisogna "scordarsi centri estivi e oratori", dall'altra la Bonetti ritiene necessario riorganizzarli "in modo sicuro per la salute di tutti, del resto questa è la responsabilità della politica". Un vero e proprio segnale ai più prudenti, ai più sensibili ai richiami del Comitato tecnico-scientifico e a coloro che stanno mettendo su il piano per la fase 2.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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