Altro che jihad, la priorità del Pd è premiare i terroristi di Hamas

Mozione Dem per riconoscere la Palestina: un aiuto agli islamici che ci intimano di non intervenire a Tripoli. Ma il voto, che imbarazza la maggioranza, salta ancora

RomaRiconoscere lo Stato della Palestina? Il Pd, sfidando l'ira di Israele, è «pronto» a presentare una sua mozione alla Montecitorio e farla mettere ai voti entro un paio di giorni. Il testo, preparato dal responsabile esteri del partito Enzo Amendola e presentato nel pomeriggio all'assemblea del gruppo della Camera, ricalca la risoluzione del Parlamento europeo del dicembre scorso ma resterà però «aperto fino all'ultimo» perchè si sta cercando di armonizzarlo con altre due analoghe mozioni di Sel e Psi. Prudente Ncd, entusiasti i grillini, contraria la Lega: tutti e tre depositerrano altrettante mozioni. Irritazione da Gerusalemme. «Qualsiasi riconoscimento prematuro non farebbe altro che incoraggiare i palestinesi a non ritornare ai negoziati e allontanerebbe ulteriormente le possibilità di una pace», questo il commento a caldo dell'ambasciata israeliana nel nostro Paese.

La situazione era già abbastanza rovente. Il caos libico, le minacce lanciate dall'Isis, «siamo a sud di Roma», poi l'avvertimento di Hamas all'Italia: «Non intervenite militarmente in Libia, sarebbe considerata una crociata». In questo quadro la scelta del Nazareno sembra destinata ad alzare altre polemiche. Ma il Pd intende andare avanti, con l'idea di «trovare la massima condivisione» e voleva presentarsi già oggi in Parlamento, se l'ostruzionismo sul decreto Milleproroghe non avesse fatto slittare i tempi. «Noi siamo pronti al dibattito e al voto in aula - dice il capogruppo Roberto Speranza - . Continuiamo a cercare un'intesa con gli altri, ma in assenza di accordo la mozione sarà solo del Partito democratico».

In realtà anche a sinistra, e pure dentro il partito di Renzi, ci sono almeno tre posizioni. C'è chi si accontenta dellla richiesta di un «mutuo riconoscimento» tra Israele a Palestina, chi si batte per un riconoscimento esplicito dello Stato palestinese e c'è chi vuole andre oltre «per essere più espliciti». E sul tavolo ci sono anche le altre due mozioni, la prima firmata da Erasmo Palazzotto, Sel, la seconda dalla socialista Pia Locatelli. I due documenti sono stati presentati a Montecitorio alla presenza di Arturo Scotto, capogruppo vendoliano alla Camera, dell'ex vicepresidente del Parlamento europeo Luisa Morgantini e di un ex ambasciatore e negoziatore israeliano, Ilan Baruch, giunto Roma per sostenere «il riconoscimento, spero incondizionato, dello Stato di Palestina».

Poi c'è pure un testo di Ncd che prevede l'attuazione del principio «due popoli due Stati» ma solo nell'ambito del rispetto delle trattative fra le parti. «Il riconoscimento unilaterale sarebbe un errore», spiega Fabrizio Cicchitto, presidente della commissione Esteri, che però non esclude un appoggio alla risoluzione del Pd, a seconda di come uscirà. La Lega invece vuole «bandire ogni tentativo dell'Anp di ottenere riconoscimenti ideologici» e «fermare Hamas», per questo è contraria ad atti unilaterali «in assenza di accordi bilaterali con Israele». M5S è disposto a votare tutto. «Non ha importanza quale mozione sarà approvata - sostiene Gianluca Rizzo - , quello che conta è restituire i diritti al popolo palestinese».

Sono 135 i Paesi del mondo che hanno ufficializzato il riconoscimento, tra questi alcuni dell'Est Europa prima di entrare nella Ue, e la Svezia, con un voto storico lo scorso ottobre: il governo svedese ha annunciato l'apertura di un'ambasciata palestinese a Stoccolma. Nel Regno Unito, in Francia e in Spagna sono passati voti parlamentari non vincolanti per i governi, che hanno comunque provocato le proteste di Gerusalemme.

Nel dicembre scorso un gruppo di 800 personalità israeliane, tra cui gli scrittori Oz, Yehoshua e Grossman, ha inviato un appello ai parlamenti europei caldeggiando il riconoscimento della Palestina. Ora tocca all'Italia?

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