«Apologia», sequestri nella sede dei neonazisti

Perquisita la Comunità dei Dodici Raggi, guidata dal figlio di un ex giocatore della Juventus

Chiara Giannini

Roma In un clima di «caccia al fascista», in seguito ai fatti che nei giorni scorsi hanno visto militanti di estrema destra distinguersi per azioni contro le sedi dell'Espresso e di Repubblica e di una ong, la polizia di Varese ha attuato alcune perquisizioni nei confronti di soggetti del gruppo del sodalizio «Do.ra. Comunità militante dei Dodici Raggi», di ispirazione skinhead. L'accusa che si rivolge loro è quella di «riorganizzazione del disciolto partito fascista» a cura della comunità nazionalsocialista italiana. Il materiale reperito è di natura propagandistica, ma anche atta a offendere. I sequestri hanno portato a recuperare simboli del fascismo e del nazismo, armi bianche, come cartucce a salve e oggetti da taglio.

Le procure di Varese e Busto Arsizio stanno indagando per apologia di fascismo e odio razziale, anche perché la Comunità dei Dodici raggi già in passato si era distinta per le sue manifestazioni estremiste, per i convegni in cui si faceva propaganda a Hitler e al nazismo e in cui la svastica non mancava mai. Già da tempo il capo del movimento, Alessandro Limido, conosciuto perché figlio di Bruno, ex calciatore della Juventus, era tenuto d'occhio insieme ad altri militanti.

Fondato nel 2012 nel comune di Caidate, nel Varesotto, il movimento, pur definendosi nell'atto costitutivo «associazione culturale apartitica e senza fini di lucro», è chiaramente ispirato ai principi del nazionalsocialismo. Lo stesso simbolo adottato, un logo che riporta in primo piano la scritta in colore rosso «Do.Ra.» (acronimo di Dodici Raggi), con sullo sfondo un frammento del «Sole Nero», è evocativo delle tradizioni religiose degli antichi popoli germani, ma anche del misticismo nazista di cui si ritrova traccia nel mosaico presente nel Castello di Wewelsburg. Quest'ultimo è divenuto famoso poiché luogo di riunioni e riti segreti ed esoterici ai quali era ammessa soltanto un'élite di ufficiali delle SS.

I fatti per i quali si procede, secondo quanto spiega la Polizia, si collocano alla fine dello scorso anno quando, sul Monte San Martino di Duno, poco lontano dal Sacrario eretto in memoria dei caduti partigiani, una trentina di militanti di Do.Ra. ha dato vita ad una manifestazione commemorativa posizionando sul terreno una «croce tiwaz» e una corona di alloro con i colori della bandiera nazista per ricordare i morti dell'esercito tedesco. Gli stessi soggetti avevano anche organizzato una petizione online per chiedere «la messa fuori legge dell'Anpi».

La preoccupazione maggiore, per gli inquirenti, è che negli ultimi mesi realtà legate agli estremisti, sia di destra che di sinistra, stanno prendendo sempre più piede.

Oltre ai fatti di Como e alle azioni dimostrative davanti ai quotidiani, si ricorda l'episodio della scorsa settimana, quando un ordigno è stato fatto esplodere nella caserma dei carabinieri del quartiere San Giovanni, a Roma.

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