È la solita messa in scena dell'autunno caldo. Lanci di uova contro i ministeri, ospedali e università occupate, banche imbrattate e scontri con le forze dell'ordine. Ieri mezza Italia ha assistito al corollario di disordini, che accompagna da sempre i cosiddetti scioperi sociali. Le piazze del Paese si sono riempite di manifestanti che raccogliendo l'invito del leader della Cgil Susanna Camusso e del segretario generale della Fiom Maurizio Landini, hanno protestato contro il governo Renzi e il Jobs Act. Ma accanto a chi chiedeva diritti, salario e libertà sono scesi in campo i soliti teppisti, che hanno dato ancora una volta lezione di civiltà.
L'approccio dei due dirigenti sindacali a Corso Venezia, a Milano, aveva fatto sperare che le cose sarebbero andate diversamente. «Una mediazione all'interno del Pd sul Jobs Act è una presa in giro che serve solo ai parlamentari per conservare il loro posto» aveva detto la Camusso. «Non ci fermiamo, andiamo avanti fino in fondo, finché non cambieranno le loro posizioni», aveva aggiunto Landini. Ma poco dopo, quando i manifestanti milanesi hanno iniziato a urlare «Matteo non restare sereno siamo in tantissimi» si è capito che la protesta sarebbe stata tutt'altro che pacifica. In molti hanno dato libero sfogo alla rabbia, lanciando fumogeni e petardi e imbrattando i muri delle banche. La situazione è degenerata, poi, quando alcuni studenti, giunti in piazza Santo Stefano, se la sono presa con le forze dell'ordine, bersagliandole con bottiglie e altri oggetti. Ma davanti a un tentativo di sfondamento, i militari hanno risposto con i lacrimogeni. Così la guerriglia si è spostata davanti alla sede dell'Arcivescovado: un gruppo ha cercato di entrare ma è stato bloccato a manganellate. Alla fine il bilancio è stato di sette finanzieri feriti, tre dei quali per l'esplosione di una bomba carta. Sembra che i contestatori volessero occupare la sede perché convinti che all'interno ci fosse il ministro Stefania Giannini. Più tardi si è sfiorato lo scontro sul sagrato del Duomo, dove una trentina di antagonisti hanno provato a superare le transenne.
A Torino, invece, gli uomini della Digos avevano sequestrato mazze, bastoni e petardi ancora prima che la manifestazione iniziasse da un furgone del Gruppo Studenti indipendenti. Anche a Padova scene di ordinaria violenza. A piazza Mazzini il corteo che cercava di raggiungere la sede del Pd ha affrontato i poliziotti, ferendone quattro tra cui il capo della mobile, Marco Calì, colpito con un calcio allo zigomo mentre era già a terra. La Digos ha già in mano i filmati delle telecamere e presto scatteranno le prime denunce.
A Bergamo, invece, giovani dei centri sociali, dopo aver deviato dal percorso autorizzato, hanno danneggiato la sede della Cgil. Disordini anche a Genova, dove è stato bloccato il casello autostradale Est, a Firenze, dove è stata imbrattata la sede del Tribunale per i minori e presa di mira quella di Confindustria, e a Pisa, dove alcuni esponenti dei centri sociali hanno cercato di entrare nella sede della Provincia ma sono stati respinti dalle forze dell'ordine. A Roma, poi, tanti Super Mario (il celebre idraulico dei videogames) hanno occupato l'atrio dell'Acea, hanno fatto irruzione in un'ex sede Bnl, all'interno dell'università la Sapienza e del Policlinico Umberto I e hanno lanciato uova contro il ministero dell'Economia e l'ambasciata tedesca. Infine a Palermo una sede Unicredit è finita nel mirino dei Cobas. «Sono 15 i feriti tra le forze dell'ordine - ha detto in serata il ministro dell'Interno Angelino Alfano - Quattro le manifestazioni con incidenti di importanza marginale, sette con episodi di rilievo».
di Tiziana Paolocci
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