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Barbara Lezzi, la 5S che vuole sostituire l'acciaio con cozze e alpinismo

Ministro per il Sud del governo gialloverde, la senatrice 5S Barbara Lezzi guida la rivolta del Movimento contro lo scudo penale ad Arcelor Mittal per chiudere l'ex Ilva. "Ci sono tante altre strade da percorrere", come cozze e alpinismo. A Taranto

Barbara Lezzi, la 5S che vuole sostituire l'acciaio con cozze e alpinismo

"Ci sono tantissime strade da percorrere per risolvere la situazione". Barbara Lezzi, senatrice del Movimento 5 Stelle e ministro per il Sud del Conte I, risponde così alle critiche di chi contesta l'approccio pentastellato alla questione dell'ex Ilva, che rischia di chiudere dopo il passo indietro degli anglo-indiani di Arcelor Mittal. Un dietro-front che mette a rischio migliaia di posti di lavoro, oltre che una fetta importante - e strategica - del Pil italiano. Ma che problema c'è.

"Per risolvere la situazione" - spiega Lezzi in un video pubblicato dal canale YouTube del Movimento - ci sono tantissime strade da percorrere" per rimediare alla chiusura degli stabilimenti di Taranto, Novi Ligure e Genova. Una su tutte, la mitilicoltura. Vale a dire la coltivazione di cozze. Sfidando il senso del ridicolo, è questa la soluzione pensata da Lezzi e da una parte consistente dei 5S per ovviare alla perdita della nostra siderurgia.

Barbara Lezzi, professione gaffeur

È tutto vero. Dalle mani di Lezzi, diploma di perito industriale e nel curriculum 20 anni come impiegata di un'azienda di forniture per orologi di Lecce, dipende il destino dell'acciaio italiano. E delle decine di migliaia di persone, tra lavoratori e famiglie, che operano in questo settore. Una gaffeur eccezionale, la senatrice.

Una volta, aveva sostenuto che d'estate il Pil cresce grazie a chi accende i condizionatori. Mentre in un'altra occasione aveva invitato tutti i cittadini pugliesi contrari al Tap a "stendere un asciugamano sopra il gasdotto". Il cui progetto ne prevede la realizzazione, com'era facile immaginare pur non avendo una laurea in ingegneria, a 10 metri di profondità. Oltre alla cultura scientifica, Lezzi ha dimostrato anche tutte le sue competenze giuridiche, promettendo la riduzione del numero dei parlamentari con un decreto da approvare in sole due settimane. Cosa quantomeno difficile, trattandosi di una materia regolata costituzionalmente. E dimostrando così la sua scarsa cultura sulle fonti del diritto.

Calenda: "Lezzi vuole diventare governatrice della Puglia"

A differenza della Tap, sull'ex Ilva la senatrice non sembra disposta a fare un passo indietro. È stata lei, come prima firmataria di un emendamento al decreto imprese approvato lo scorso 22 ottobre, ad eliminare l'immunità penale per i gestori delle acciaierie un tempo dei Riva. Ed è lei, nonostante la sua secca smentita, a guidare la fronda dei 5 Stelle contro il ripristino dello scudo ad Arcelor Mittal. A costo di mandare all'aria tutto: acciaio e governo.

"La fabbrica più importante d'Europa salta per le ambizioni politiche di Lezzi, che vuole diventare governatrice della Puglia". Lo ha detto l'europarlamentare Carlo Calenda, che dell'ex Ilva si era occupato da ministro del Mise stringendo con gli anglo-indiani l'accordo per l'affitto, vincolato al successivo acquisto, dei tre stabilimenti italiani. Accordo stracciato (definitivamente?) il 12 novembre con il deposito dell'atto di recesso in tribunale a Milano. Lezzi risponde così a Calenda: "Non è vero, non ho nessuna ambizione sulla Puglia, non ho mai detto di volermi candidare a governatore. Inoltre non l'ho mai incontrato, quindi non capisco da dove gli sia venuta fuori quella enorme sciocchezza pur di difendere quel disastro che lui ha combinato". Vale a dire la mediazione con gli anglo-indiani e il salvataggio di tutta la fabbrica.

"Cozze e alpinismo per sostituire l'ex Ilva"

Un "disastro" a cui Lezzi vorrebbe rimediare sostituendo le attività industriali dell'ex Ilva con le cozze. Emblematica una sua frase di qualche tempo fa: "È giusto che Taranto contribuisca al Pil nazionale, ma non solo con il siderurgico, può farlo anche con altri investimenti che guardino al futuro. È una bella città di mare di cui si parla solo per l'ex Ilva, ma ha, per esempio, una lunga tradizione nell'attività di mitilicoltura, che non può essere dimenticata".

Trasformare gli oltre 10mila dipendenti - 7.040 operai, 2.223 impiegati e 1.007 intermedi - in coltivatori di cozze. È possibile? Secondo il Corriere del Giorno sì. I calcoli sono presto fatti. Nel 2018, l'ex azienda dei Riva ha fatturato 2,2 miliardi di euro. Per compensarli, basterebbe che la città di Taranto producesse 689.655,152 tonnellate di cozze: 11 volte la produzione totale italiana e circa 2 volte e mezza la produzione totale dei Paesi Ue.

Oltre alle cozze, tra le idee grilline c'è anche quella di trasformare Taranto - parole del deputato 5S Gianpaolo Cassese - in una "città verde capitale del cleantech", con la creazione di parchi tematici e di centri di alpinismo. Ecco la ricetta grillina per salvare Taranto: cozze, alpinismo e una spruzzata di verde.

All'insegna della decrescita (in)felice di cui il Movimento è un cantore triste.

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