Beppe Sala sbarca a New York e attacca i Salvini "immigrati"

Il sindaco di Milano visita il Museo di Liberty Island: "Da qui sono passati 254 Salvini...". Poi attacca il leghista: "Un po' di cuore in più non guasterebbe"

Beppe Sala sbarca a New York e attacca i Salvini "immigrati"

Beppe Sala è stato un paio di giorni a Washington per incontri politici e la promozione di Milano. Ieri si è poi spostato a New York dove è stato invitato all riapertura del nuovo museo a Liberty Island. Lontano dall'Italia, non manca tuttavia di tirare bordate contro il governo e, in modo particolare, Matteo Salvini. "Mi sono informato di quanti Sala sono passati da qui, quanti miei antenati, oltre 2mila... - ha raccontato in un video su Facebook - poi la curiosità successiva è stato di verificare quanti Salvini, 254" (guarda il video).

Il museo di Liberty Island ricorda l'approdo degli immigrati che dall'Europa arrivavano in nave negli Stati Uniti. La visita è stata subito strumentalizzata dal sindaco di Milano per attaccare Salvini. "Ognuno fa la sua parte - ha detto nel video postato su Facebook ieri pomeriggio - la politica è interpretazione dei fabbisogni della società. Però - ha continuato - entrando qua non si può non riflettere e ripensare ai nostri antenati che sono arrivati affamati, magri, scalzi, e a quello che succede oggi. Per cui - ha, infine concluso - ognuno faccia la sua parte però un pò di cuore in più non guasterebbe". Intervenendo poi alla Casa Italiana Zerilli Marimò della New York University, durante un dibattito moderato dal direttore Stefano Albertini, ha anche invitato i sindaci di sinistra a portare avanti il messaggio progressista contro le politiche dell'attuale governo: "In Italia si sta seguendo l'esempio di alcune città americane, tra queste New York, che si sono ribellate alla politica conservatrice dell'amministrazione Trump".

"Anche dall'America Sala non può fare a meno di parlare di immigrazione: è la sua grande ossessione, altro che periferie...". Replicando al video postato su Facebook, Silvia Sardone, candidata del Carroccio alle elezioni europee, ha fatto notare al sindaco di Milano che il confronto non regge. "È senza senso, visto che i nostri connazionali volati oltreoceano si sono integrati benissimo col tessuto sociale - gli ha spiegato - mentre in città purtroppo si sono creati dei ghetti in periferia diventati preda di degrado e illegalità". Non solo. L'esponente leghista lo ha anche invitato a considerare il periodo storico "totalmente diverso" e il fatto che "gli italiani arrivavano negli Stati Uniti coi documenti in regola, non clandestinamente come fanno gli immigrati di oggi".

"Sala dovrebbe smetterla di parlare di accoglienza - ha, infine, chiosato la Sardone - perché il tanto decantato modello Milano che vende ogni volta che va all'estero non è altro che una grossa bufala: agli americani avrà anche spiegato lo stato della stazione Centrale e delle periferie di Milano?".

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