Roma«Basta mugugni, chi è andato via almeno stia zitto». Verso dissidenze e litigiosità interne Silvio Berlusconi manifesta un fastidio sempre più evidente. E così, dopo un iniziale silenzio, lancia un messaggio dai toni duri. «Chi per ragioni personali ha abbandonato Forza Italia, venendo meno al mandato degli elettori, dovrebbe fare i conti con la propria coscienza restando almeno in silenzio. Anche in Forza Italia, purtroppo, stanno emergendo le patologie della vecchia politica politicante: quelle del protagonismo, della rissosità e del frazionismo. Qualcuno ha dimenticato la lealtà nei confronti degli elettori e il rispetto per chi lavora ogni giorno, in condizioni non facili, per far funzionare Forza Italia».
«Stare in un movimento politico significa accettarne le regole, discutere liberamente, e poi collaborare lealmente alla linea che la maggioranza ha deciso» continua il presidente del partito di Piazza San Lorenzo in Lucina. «Solo a queste condizioni Fi può continuare ad affrontare con successo le sfide che ci attendono. Chi si riconosce in Forza Italia deve essere consapevole che l'immagine di un movimento diviso viene enfatizzata dai nostri avversari, ai quali non sembra vero di poterci attaccare, anche con tante notizie false pubblicate sui loro giornali. Chi tra noi dispone di visibilità mediatica deve porre immediatamente fine a qualsiasi polemica, che risulta non solo inutile ma anche dannosa. Noi stiamo lavorando con impegno all'appuntamento delle Regionali. Dobbiamo impegnarci tutti e proseguire insieme nella nostra battaglia, oggi attualissima, per la libertà e per la democrazia, con la determinazione e la passione di sempre».
Non è difficile leggere in queste parole un moto di orgoglio misto a fastidio, ma anche un invito a sotterrare l'ascia di guerra rivolto a destinatari precisi: la pattuglia di parlamentari tentata dall'offrire un soccorso azzurro a Matteo Renzi sull'Italicum e i ribelli fittiani, con cui è in corso un delicato braccio di ferro per le Regionali pugliesi. Il «sottotesto» delle parole che filtrano da Arcore - l'ex premier è ancora in dubbio se volare in Sardegna per le ferie pasquali - è chiaro: non mi faccio trascinare in logoranti trattative, fate i conti con le vostre coscienze e se volete percorrere altre strade politiche, fate pure. Parole chiare che fanno scattare una replica da parte di Sandro Bondi: «Non staremo in silenzio. Siamo persone libere e autonome». Con Manuela Repetti che definisce «Renzi l'erede perfetto di Berlusconi. Valuteremo di volta in volta se votare i provvedimenti».
Il messaggio di Berlusconi cade nelle ore più calde della trattativa con Fitto sulla Puglia. La situazione è di impasse. L'europarlamentare, che giovedì ha radunato nel brindisino i suoi «ricostruttori», ha dato la sua disponibilità ad accogliere l'appello rivoltogli dal candidato Francesco Schittulli «a fare una lista aperta alla società civile». Fitto, però, vuole anche posti nelle liste di Forza Italia. La richiesta sarebbe di 15 caselle. Realisticamente questo significherebbe rischiare di avere in consiglio regionale esclusivamente eletti fittiani. «Serve un ragionevole compromesso per affrontare uniti la battaglia, senza tirare troppo la corda» dice Maurizio Gasparri. Il braccio di ferro potrebbe portare a una separazione. Schittulli - dopo l'ultimatum di due giorni fa - minaccia lo strappo. «Rilevo che Fi non ha ancora aderito alla mia impostazione. La mia campagna elettorale continua con le forze politiche e movimenti che l'hanno condivisa».
A questo punto la corsa solitaria di Schittulli, con il sostegno di Ncd, Fratelli d'Italia e dei fittiani appare un'ipotesi concreta. A meno che i duellanti pugliesi non abbassino le armi e decidano di scambiarsi un ramoscello d'ulivo. Come propone in serata il segretario regionale Luigi Vitali: «Forza Italia resta al fianco di Schittulli».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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