Un fulmine a ciel sereno che ha fatto il giro del mondo in ventiquattr'ore, la notizia dell'aggravarsi delle condizioni di salute di Sergio Marchionne. Figura di imprenditore ammirata e rispettata ovunque. Silvio Berlusconi è tra i primi a dichiararsi «molto colpito dalle notizie sulle gravi condizioni di salute di Marchionne e dal conseguente abbandono delle cariche da lui ricoperte nel gruppo Fc».
In una lunga nota, il presidente di Forza Italia si sofferma sulla statura dell'ad abruzzese formatosi in Canada. «È certamente il numero uno dei manager italiani, ha dimostrato di avere intuizione, coraggio, lungimiranza, competenza, ha garantito il futuro a una grande azienda italiana come Fiat in un momento difficile e l'ha pilotata con coraggio sulla strada difficile dell'internazionalizzazione fino ad arrivare a occupare una quota importante del mercato d'Oltreoceano». In conclusione, scrive un Berlusconi sinceramente commosso, «quella di Marchionne è una bella storia italiana: la storia di un figlio di un maresciallo dei carabinieri - da cui eredita il senso del dovere, della disciplina, della serietà - costretto ad emigrare, che ha saputo far onore al suo Paese con lo studio e con il lavoro fino a diventare uno dei simboli del genio italiano nel mondo. In questo momento difficile mi stringo a lui e ai suoi familiari con vero affetto». Se dall'altro ieri anche il presidente della Repubblica, Sergio Matarella, continua a mantenersi in costante contatto con i vertici di Fca per essere aggiornato dell'evolversi delle sue condizioni di salute, continuano ad arrivare a Marchionne attestati di stima del mondo politico.
Nel ricordo del governatore piemontese Sergio Chiamparino, che nel 2004 all'epoca del suo insediamento in Fiat era sindaco di Torino, Marchionne era «una figura per lo più sconosciuta ai torinesi, che in breve tempo seppe affermarsi come leader di grande capacità innovativa. Con lui ci furono momenti di duro confronto, che però nel tempo si sono dimostrati utili sia per il gruppo sia per Torino, garantendo non solo il salvataggio di Fca, ma anche l'importante crescita che ha vissuto in questi anni». Di «leader di indubbia capacità innovativa, grande visionario», parla anche la ex ministro Beatrice Lorenzin, mentre Mariastella Gelmini, capogruppo forzista alla Camera, lo descrive come «manager di immenso valore, uomo visionario che ha cambiato, con la nuova Fiat, la politica industriale in Italia e nel mondo: il nostro Paese gli deve davvero tanto». Sguardo rivolto anche al futuro, invece, per il presidente degli azzurri a Palazzo Madama, Annamaria Bernini, che esprime tutta «la vicinanza a Marchionne nel rispetto della riservatezza necessaria in questi momenti», ma rileva anche «la freddezza di una successione lampo: non era un'operazione facile ma i nomi prescelti, cresciuti all'ombra di Marchionne, garantiscono continuità aziendale e mettono al riparo Fca dal nervosismo dei mercati. Anche la sua improvvisa successione senza traumi è ulteriore merito da attribuire alla lungimiranza di Marchionne che aveva saputo nel suo staff manager di alto valore. Merito che si aggiunge a quanto fatto in questi anni, come manager illuminato il cui nome può essere affiancato ai dirigenti storici della Fiat come Valletta e Romiti». Un riconoscimento al valore di uno degli uomini che lo sostituiranno in Ferrari, Louis Carey Camilleri, arriva dall'ex presidente Luca Cordero di Montezemolo.
«Marchionne resterà per sempre nella storia industriale internazionale», dice Maurizio Gasparri che ricorda come il manager fosse «ammirato ma anche invidiato». L'azzurra Licia Renzulli rammenta così quanto fossero «ingiustificati» gli attacchi subiti in vita da quello che resterà per sempre un «grande manager che merita il rispetto di tutti».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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