Berlusconi, guerra sulle riforme. "Il no al referendum ha il 70%"

Il leader di Forza Italia benedice la battaglia per scardinare il governo

Berlusconi, guerra sulle riforme. "Il no al referendum ha il 70%"

Roma - Berlusconi brinda al centrodestra unito e benedice la battaglia contro le riforme renziane. Il Cavaliere torna a Roma per partecipare alla presentazione del libro di Myrta Merlino Madri: perché saranno loro a cambiare il nostro Paese ma dà anche il via libera all'assalto al premier sul ddl Boschi. Un attacco che vede tutte le opposizioni unite: Fratelli d'Italia, Lega, Forza Italia a braccetto per dire «no» allo stupro della nostra Costituzione. Ma il significato politico dell'apertura della campagna referendaria per il «no» va oltre alla battaglia contro il nuovo Senato. «Sarà un referendum su Renzi» dicono in coro i capigruppo di Forza Italia Paolo Romani e quello della Lega Massimiliano Fedriga. Spiega Romani: «I cittadini dovranno sapere che sarà una battaglia per scardinare questo governo, con l'augurio che gli elettori vogliano dare un segnale politico». Calca la mano il presidente dei deputati azzurri Renato Brunetta: «La logica del dopo di me il diluvio non so quanto possa portare bene a Matteo Renzi. Io sono ottimista: in base ai sondaggi, il no al referendum sulle riforme ha circa il 70% se si contano i 5 Stelle, il centrodestra unito, la Sinistra italiana e la contrarietà di settori interni allo stesso Pd». In effetti Renzi si gioca una partita cruciale proprio sul referendum confermativo alle sue riforme e Berlusconi vuole cogliere la palla al balzo e assestare un colpo decisivo alla credibilità del premier. Parla la stessa lingua il Carroccio che, con Fedriga, ribadisce: «Questo è un referendum anche pro o contro Renzi e chi vota sa che sarà una battaglia anche per scardinare questo governo». Sono quindi determinanti i tempi. Quando si voterà? Renzi avrebbe tutto l'interesse a non aspettare, consapevole che i suoi consensi nel Paese stanno calando pericolosamente. Ma dal centrodestra arriva un altolà preventivo: «Renzi aveva inizialmente ipotizzato ottobre - spiega Brunetta - Poi sono girate voci che volesse anticipare a giungo. Non glielo consentiremo. Sappia, Renzi, che siamo assolutamente contrari a qualsiasi colpo di mano». Ci sarà battaglia anche sul calendario, quindi. A sostenere la nascita dei tanti comitati per «no» anche insigni giuristi come Alfonso Quaranta e Annibale Marini, entrambi presidenti emeriti della Corte costituzionale.In serata, poi, il Cavaliere torna all'attacco di Renzi alla presentazione del libro di Myrta Merlino. Ammette: «Mamma Rosa, che era contraria alla mia discesa in campo, oggi sarebbe con me e sarebbe d'accordo a quello che sto facendo solo per senso di responsabilità». Racconta aneddoti sulla madre e racconta: «È vero, per un periodo ho sperato in Renzi. Ma lui ha tradito la mia fiducia. Ha cambiato il patto del Nazareno 17 volte. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l'elezione del presidente della Repubblica. C'era un accordo su Amato e lui l'ha tradito. Renzi lavora solo per se stesso e oggi siamo in un vero e proprio regime». Ultimo affondo sull'Europa: «Renzi batte i pugni sul tavolo come me? Nient'affatto. Io convincevo i miei interlocutori, il premier li attacca e li offende».Ultima pillola su Bertolaso: «Mi fa piacere che abbia dato la sua disponibilità a fare il sindaco di Roma.

È persona straordinaria. Decideremo con gli alleati». Ma poi c'è spazio per un momento di commozione: Edoardo Bennato canta la struggente È lei, canzone di una bambina del Terzo Mondo, e al Cavaliere scendono le lacrime.

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