Quello di Matteo Salvini suona come un aut aut: «L'inutile Alfano: Sono lontanissimo da Salvini. Per una volta, sono d'accordo con lui. Capito Silvio?!? #andiamoagovernare #alfanoalavorare».
Il segretario della Lega risponde su Facebook al leader Ap che il giorno prima, dopo una telefonata con Silvio Berlusconi sulle possibili alleanze in Sicilia, rimarcava le distanze dal Carroccio e insisteva su una candidatura centrista. Giovanni La Via, secondo gli ultimi rumors, più che Giampiero D'Alia o Dore Misuraca.
Ma il Cavaliere non si fa dettare le condizioni dal suo ex delfino e certo non è disposto a rompere con Salvini e con Giorgia Meloni, che sostengono il candidato Nello Musumeci, per aprire ad Ap. Forza Italia, dunque, potrebbe convergere sull'ex presidente della Provincia di Catania, che Berlusconi stima e ha in programma di incontrare.
Il lavoro del coordinatore azzurro siciliano Gianfranco Miccichè, per allargare il centrodestra nell'isola e fare con Ap «il Ppe italiano», è dunque naufragato dopo la telefonata tra il leader centrista e Berlusconi, durante il pranzo ad Arcore con Miccichè e un altro candidato che poteva essere più gradito ad Ap, Gaetano Armao. Spiega il coordinatore: «La soluzione Musumeci è ancora in piedi, non essendoci più il problema dell'allargamento ad Ap. Ma anche l'ipotesi Armao non è esclusa. Ne discuteremo venerdì (domani, ndr) a Palermo con i deputati regionali e nazionali siciliani di Fi».
Miccichè conferma che per le elezioni del 5 novembre il ministro degli Esteri «sta chiudendo l'accordo il centrosinistra, dopo l'ennesimo stop (martedì, ndr) della Meloni». E il sottosegretario Giuseppe Castiglione, coordinatore di Ap in Sicilia dice di più:«Il dialogo con il Pd c'è, va avanti, è positivo. E ribadiamo la nostra richiesta di una candidatura centrista alla presidenza della Regione. È un'intesa che può assumere anche un profilo nazionale, in vista delle prossime politiche». Il giorno prima aveva frenato l'annuncio di Pierferdinando Casini, che si diceva sicuro che, come lui, Alfano avrebbe scelto una coalizione moderati-progressisti. Ora, esce allo scoperto.
Matteo Renzi, insomma, offre di più ad Ap, soprattutto in vista delle politiche. E per Alfano si tratta, come dice lui, della «battaglia per la sopravvivenza». Chiarisce Fabrizio Cicchitto: «Se, come sembra, Berlusconi intende mantenere un rapporto con Meloni e Salvini e privilegiare un'intesa a livello nazionale con Fdi e Lega è evidente che noi non ci saremo».
Eppure, Alfano ha grossi problemi nel partito, con molti big attirati dall'accordo con Fi. «Un'alleanza con il Pd per le elezioni avrebbe conseguenze per il partito, a cominciare dai siciliani, che non la vogliono», avverte Roberto Formigoni. Enrico Costa, ex ministro centrista passato al centrodestra, è ancora più chiaro: «Se Ap va a sinistra, implode.
Perché tutto il partito al Nord è orientato ad allearsi con il centrodestra. Basti pensare agli apparentamenti nelle ultime amministrative in Liguria e Lombardia». Insomma, per salvare Ap Alfano rischia di distruggerla.
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