Vigilare sull'attuazione del programma di centrodestra, tornare a fare politica sui territori, rilanciare Forza Italia già dalle prossime amministrative di giugno.
Silvio Berlusconi il giorno dopo la riabilitazione decisa dal Tribunale di Milano assapora il ritorno allo status di candidabile, seguendo con atteggiamento sereno la trattativa per la formazione del governo. Nel quartier generale di Forza Italia erano convinti che la scelta ricadesse su una figura tecnica, ma si prende atto che evidentemente Matteo Salvini e Luigi Di Maio non sono riusciti a trovare un accordo in tal senso e sono tornati su una figura politica.
Di certo il messaggio è che non si lascia campo libero a nessuno, non ci sarà una opposizione pre-concetta, ma si voterà «no» alla fiducia e si valuterà i provvedimenti nel merito.
La riabilitazione è motivo di soddisfazione ma viene considerata da Berlusconi come «un atto dovuto», in ragione della dignità con cui ha attraversato il suo personale calvario. Peraltro l'ipotesi di un ingresso in Parlamento con eventuali elezioni suppletive, dopo le dimissioni di un parlamentare azzurro, non scalda più di tanto il cuore del Cavaliere.
«Il prestigio e l'autorevolezza di un leader certo non te lo dà una poltrona», commenta con i suoi collaboratori. E così la questione del ritorno a Palazzo Madama o a Montecitorio ora non è di attualità. Lo stato di salute del centrodestra non viene considerato a rischio. Con la Lega il rapporto resta saldo e l'approssimarsi delle Amministrative ha rafforzato i rapporti. E proprio per il voto nei Comuni Berlusconi ha chiesto una mobilitazione importante così da dare un segnale a chi descrive Forza Italia come una forza politica in via di smobilitazione
Chi ha avuto modo di parlare con lui lo descrive «sereno e prospettico», consapevole che la decisione di restare fuori dal governo senza mettersi di traverso rispetto alla formazione dell'esecutivo è stata gradita dall'elettorato azzurro che ha apprezzato il senso di responsabilità del presidente di Forza Italia che ha fatto un passo di lato senza sporcarsi le mani con le poltrone.
«Berlusconi è sempre rimasto in campo, non si è mai arreso. Certo, quell'incandidabilità ha inciso e pensare che sia finita ci ridà entusiasmo e slancio per il futuro», dice Mariastella Gelmini, fotografando lo stato d'animo del partito. «Dobbiamo valorizzare questa decisione che rafforza il nostro ruolo in Parlamento» aggiunge Maurizio Gasparri. «Tutti dobbiamo mobilitarci a partire dalle elezioni amministrative. Berlusconi, Forza Italia, centrodestra: un trinomio chiaro che ci consentirà un forte recupero di consenso. Ma solo se saremo attivi e presenti sul territorio guardando in Parlamento ai fatti, senza arrendevolezza». Renato Brunetta, invece, attende il governo al varco sui dossier.
«Vedremo come Salvini e Di Maio risolveranno la questione Alitalia, i flussi migratori dalla Libia, le grandi infrastrutture come la Tav. Poi vedremo se nel programma ci sarà la decrescita felice, le scie chimiche e i no vax, oppure quei provvedimenti giustizialisti tanto cari ai grillini. In ragione del programma calibreremo la nostra opposizione».
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