Berlusconi rassicura i suoi: "A Bologna la scelta giusta"

Il Cavaliere smonta le perplessità interne dei malpancisti per la kermesse di domenica. E adesso la fronda si sgonfia

Berlusconi rassicura i suoi: "A Bologna la scelta giusta"

Berlusconi non cambia idea e ricompatta il partito. A qualche parlamentare che ancora gli espone le proprie perplessità sulla gita a Bologna il Cavaliere risponde rivendicando la giustezza della mossa di domenica scorsa. «Dovevamo dare l'immagine di un centrodestra unito perché soltanto così possiamo battere la sinistra e scongiurare, con questa legge, un ballottaggio fra Pd e M5S», ripete a chi lo va a trovare o lo chiama al telefono. E poi, questo il ragionamento del leader di Forza Italia, «se non fossi andato mi avrebbero attaccato da tutte le parti». Quelli che erano scettici sulla partecipazione alla manifestazione della Lega rimangono scettici ma da qui a prefigurare l'ennesima scissione o prossimi addii ce ne corre. Il senatore Altero Matteoli, per esempio, esclude categoricamente l'ipotesi delle valigie: «Ma stiamo scherzando? Sono e resto in Forza Italia e Berlusconi rimane il leader. Poi, siccome il partito non è una caserma, posso dire la mia. E l'ho detto anche a Berlusconi eh...». Per il senatore andare a Bologna è stato un «errore». Al Giornale spiega perché: «Così s'è data l'impressione di prendere una deriva troppo di destra, spaventando la parte più moderata del Paese. Nel giorno, poi, in cui si consuma una scissione a sinistra nel Pd... Vuol dire lasciare delle praterie a Renzi che così conquisterà il centro». Che detto da un uomo di destra come Matteoli fa un certo effetto ma il senatore ribatte: «Certo che la destra non mi scandalizza, anzi; io vengo da lì. Ma sono comunque convinto che la destra da sola non vince. Si vince con il centro». Vengono poi smentite le voci secondo cui i malpancisti azzurri nei confronti dell'abbraccio con Salvini stiano guardando a Mr. Tod's come guida di un ipotetico contenitore moderato. «Ma quale Della Valle? C'è ancora Berlusconi, punto e basta», giura un altro fedelissimo seppur perplesso dall'asse di ferro con la Lega. Magari Della Valle sta valutando qualche mossa politica ma non c'è alcun tentativo in atto di calamitare i parlamentari azzurri.Al di là del goniometro per definire la millimetrica posizione di Forza Italia Berlusconi ribadisce ai suoi che domenica, a Bologna, non c'è stata alcuna investitura di leadership di Salvini. Soprattutto perché il Cavaliere resta in campo più che mai e, da oggi, sarà maggiormente sotto i riflettori. Una prova? Questa sera tornerà nel salotto di Bruno Vespa per un Porta a Porta da cui mancava da maggio. «Per noi è assolutamente fattibile superare il Pd. Tornando in tv possiamo facilmente riportare Forza Italia sopra il 20 per cento», dice ai suoi.Nei prossimi giorni, poi, è previsto un suo intervento in radio. Rilancio della sua leadership e rilancio del partito, al netto dei continui mugugni interni. E per dar la carica ai suoi, il Cavaliere, come ormai da tradizione, incontra a cena i capigruppo di Camera e Senato assieme a tutti i coordinatori regionali a cui aveva già chiesto consigli, spunti e idee per rilanciare la nave azzurra. Con una certezza, però: la rotta è segnata. Si sta nel centrodestra e si fa opposizione a questo governo. «Un'opposizione seria ma non becera», tiene a sottolineare il Cavaliere, quasi a volersi smarcare dal ruolo del «signor no» a prescindere. Per esempio: tagliare le unghie ai sindacati e abbassare le tasse su lavoro e sulla va benissimo; il problema è che «Renzi ci copia soltanto i titoli. Ma poi nei contenuti non ce la fa. La leadership la danno gli elettori con il loro voto». Ergo, opposizione dura e pura alla legge di Stabilità perché «siamo responsabili e se non ci sono le coperture non possiamo votare qualcosa che, nel principio, ci vede d'accordo».

E sul fronte economico è Renato Brunetta a lavorare gomito a gomito con gli alleati. E il risultato è la stroncatura della manovra renziana: «Fare passare la legge di Stabilità come una manovra per la crescita che suona bene anche al centrodestra è un vero e proprio imbroglio».

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