Berlusconi: "Sui migranti il Pd scarica la colpa sull'Ue"

Il leader di FI: "Fare accordi coi paesi africani per rimpatri e bloccare le partenze. Noi a disposizione, ma il governo non quaglia"

Berlusconi: "Sui migranti il Pd scarica la colpa sull'Ue"

Migranti, politica estera, legge elettorale, futuro del centrodestra. Silvio Berlusconi, in una intervista a Tiscali.it, parla a 360 gradi e tocca i tempi più spinosi dell'agenza politica. Si parte da quello dell'immigrazione e della sicurezza. "Sono due dossier che purtroppo non si possono tenere distinti, chi arriva in Italia da clandestino e non ha quindi modo di svolgere un lavoro regolare, che altro può fare se non delinquere? Si può andare da forme di illegalità come il lavoro nero o lo smercio di prodotti contraffatti, a tragedie umane e sociali come la prostituzione, fino a veri crimini come lo spaccio di droga, i reati di strada, i furti negli appartamenti. C'è un dato che mi ha molto colpito: ormai, quando viene svaligiato un appartamento la prima cosa che i ladri svuotano è il frigorifero. Devono sfamarsi prima di cercare soldi o preziosi da trafugare. Significa che sono persone che hanno fame. E d'altronde come escludere che fra le folle di disperati che quotidianamente si riversano sulle nostre coste si infiltrino terroristi o comunque fanatici religiosi, sostenitori della violenza? È un pericolo che nessuna persona di buon senso può escludere", ha spiegato il leader di Forza Italia.

La ricetta sull'immigrazione

Che poi ha tirato in ballo l'Unione Europea: "Solo l'Europa, con il suo peso politico ed economico, sarebbe oggi in grado di stipulare nuove accordi con i paesi africani, sia per i rimpatri, sia anche per bloccare le partenze, proprio come avevamo fatto noi. Sono due facce della stessa medaglia: se noi riusciamo a bloccare i migranti prima che si imbarchino, si potrà trattenerli per un certo periodo in centri di raccolta sotto il controllo internazionale, ma poi occorrerà rimandarli a casa. È assolutamente necessario che l'Europa si faccia carico di nuovi trattati sia con i paesi rivieraschi, sia con i paesi d'origine. Chi non ha diritto allo status di rifugiato non deve partire, e se per caso riesce a partire, dev'essere rimandato subito a casa". Poi Berlusconi punta il dito contro i democratici: "Su questo tema negli ultimi giorni sono state dette cose molto gravi. Il Pd e i governi da esso sostenuti hanno fortissime responsabilità, che ora cercano di nascondere, dando la colpa una volta all'Europa - che pure non è esente da responsabilità - una volta addirittura, e questo è davvero ridicolo, ai nostri governi. Allora è bene ricordare un dato: nel 2010 noi avevamo praticamente azzerato gli sbarchi, in Italia arrivavano poco più di 4.000 persone l'anno. Lo stesso numero che oggi arriva in un solo week-end".

La ricostruzione sulla fine di Gheddafi

"Basterebbe dunque ripetere quello che avevamo fatto, noi stringendo accordi con i paesi della sponda sud del Mediterraneo, in particolare la Libia di Gheddafi, che, in cambio di aiuti da parte nostra e dell'Unione Europea, si erano assunti l'impegno di bloccare i migranti in partenza disponendo lungo le coste un numero adeguato di militari. Sappiamo come sono andate le cose: Sarkozy e Obama hanno deciso di far fuori Gheddafi e la Libia è diventata un inferno con le sue 105 tribù scatenate una contro l'altra. Poi è arrivato da Obama il sostegno alle cosiddette primavere arabe, che hanno avuto anche il dissennato appoggio europeo, favorito in Italia dalla sinistra. Nel Nord Africa è scoppiato il caos e la Libia in particolare è diventata una porta spalancata per i trafficanti di esseri umani. I migranti si sono moltiplicati ed è evidente, che una volta in mare, non c'è altro da fare che soccorrerli: lo impone, prima ancora che il diritto internazionale, la civiltà alla quale apparteniamo", ha spiegato il leader azzurro. Che poi ha rivelato: "Più che della crisi in sé, forse è giusto che gli italiani sappiano che il mio governo era contrarissimo all'intervento militare, e quindi a maggior ragione al coinvolgimento di basi e mezzi italiani. Mi resi subito conto degli effetti catastrofici che avrebbe provocato l'azione dei Paesi occidentali. Fu davvero una sofferenza, veder demolire in poche settimane il risultato di anni di paziente lavoro con la Libia e con Gheddafi per costruire un sistema di sicurezza e di stabilità nel Mediterraneo. Il presidente della Repubblica, che allora era Napolitano, era di diverso avviso, e fece valere la sua autorità costituzionale di comandante supremo delle Forze Armate. Pensai seriamente alle dimissioni, di fronte a una scelta che consegnava la Libia e il mediterraneo a una sanguinosa anarchia. Decisi con vera sofferenza di non farlo per non scatenare una crisi istituzionale senza precedenti in un momento così drammatico".

Il capitolo legge elettorale

"Sarebbe certamente assurdo andare a votare con la legge in vigore, con due sistemi elettorali contraddittori fra Camera e Senato, avevamo raggiunto un accordo su una legge, ispirata al modello proporzionale tedesco, che garantiva alle forze politiche un numero di parlamentari uguale alla percentuale dei voti ottenuti, evitando altresì sistemi forieri di corruzione come le preferenze, sarebbe incredibile che le forze politiche responsabili non ripartissero da lì. Cos'è cambiato da allora? Perché un incidente parlamentare assolutamente rimediabile su una questione marginale dovrebbe mettere in discussione una buona legge che tutti avevano approvato e votato in commissione? Qualcuno deve spiegare agli italiani la ragione di tutto questo. Vorrei ricordare che noi siamo sempre stati coerenti. È chiaro che fra le tante ragioni che hanno portato al discredito della politica vi è anche questa abitudine dei partiti a cambiare continuamente idea e a non portare mai a termine nulla".

La chiave del centrodestra per vincere

"Un centrodestra vincente in tutt'Europa è quello che si rifà alla grande tradizione politica cristiana e liberale del Partito popolare europeo. Altre politiche, fortemente caratterizzate a destra -al di là del merito, che comunque non condivido- riescono a svolgere solo un ruolo di testimonianza, aiutando nei fatti la sinistra a vincere. L'esempio francese è sotto gli occhi di tutti. Sul premier dirò una cosa sola: mi pare che siamo d'accordo sul fatto che il partito del centrodestra che prenderà più voti sarà quello che proporrà al Capo dello Stato il nome del premier. Se questo partito fosse la Lega nord, indicherà chi ritiene più opportuno. Ho per regola di non intervenire nei fatti interni di altri partiti, a maggior ragione se amici ed alleati. Io naturalmente lavoro perché la forza politica più votata sia Forza Italia, e non ho dubbi di riuscirci, con ampio margine". Berlusconi poi ha aggiunto: "Sono in molti ad aver capito quello che noi diciamo da sempre, e cioè che il centro moderato, cattolico e liberale, non può che essere alternativo alla sinistra.

Se nascerà, come mi pare ci siano le condizioni perché accada, un nuovo soggetto di centro in Parlamento, alleato con noi, credo che questo sia un fatto positivo, se non altro perché riporta alle Camere, in questa ultima fase della legislatura, un po' di coerenza con le scelte degli elettori nel 2013, che non diedero alcuna maggioranza alla sinistra".

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