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Bersani: "La sinistra farà la fine del coniglio davanti al leone"

Pier Luigi Bersani attacca: "La sinistra in Italia è rimasta indietro: promuove ancora gli ideali neoliberisti di Blair. Il tempo nuovo l'hanno visto di più persone come Corbyn e Sanders".

Bersani: "La sinistra farà la fine del coniglio davanti al leone"

La sinistra italiana rischia di fare "la fine del coniglio davanti al leone". Pier Luigi Bersani, ospite su Radio Capital di Circo Massimo, usa una delle sue solite metafore per commentare il risultato delle elezioni tedesche e fare un confronto con la crisi della sinistra in Italia.

"Ormai sono alcuni anni che il mondo ne paga i colpi. Se si vuole ritirare le fila della sinistra si deve curare le ferite in modo alternativo rispetto alla destra - spiega Bersani parlando delle soluzioni da attuare per riparare ai danni prodotti dalla globalizzazione - Se invece gli si tira la volata, balbettando le stesse ricette, non se ne può venire fuori. In Italia da tre anni sta vincendo la destra, i cattivi pensieri stanno girando nella parte più debole della popolazione. Hanno votato a destra dove c'era il disagio e lì è servito anche il pensiero anti-immigrati". Ma la crisi della sinistra italiana non dipende solo da Matteo Renzi: "La sinistra in Italia è rimasta indietro: promuove ancora gli ideali neoliberisti di Blair. Il tempo nuovo l'hanno visto di più persone come Corbyn e Sanders. Adesso è ora di proteggere la gente sulla base dei nostri valori".

L'ex ministro risponde anche a Renzi che nel corso del discorso di chiusura della Festa dell'Unità lo ha accusato di aver fatto la scissione per risentimento personale: "Un conto è la ditta, un conto è la proprietà - replica Bersani - Se avessi avuto risentimento personale me ne sarei andato dal partito dopo i 101 franchi tiratori. E io so chi sono. Ho resistito tre anni. Renzi ha governato per tre anni con i voti, pochi o tanti, che ho preso io, ha ribaltato ciò che avevo promesso agli elettori". "Non si preoccupi di noi, - aggiunge - che porteremo acqua al centrosinistra, si preoccupi delle sue responsabilità. Se questo porterà alla vittoria lo vedremo. Il discrimine tra noi e Renzi sono i contenuti". Quanto al rapporto tra Mdp e il leader di Campo progressista, Bersani spiega: "Giuliano Pisapia è perfettamente in grado di fare il federatore. È l'uomo giusto perché può interpretare una realtà che non si aspetta l'uomo solo al comando". L'obiettivo è quello di "rianimare un centrosinistra che è spaccato tra chi ci prova ancora col il Pd, che sono sempre meno, e chi non va a votare. Questa direzione di marcia non apre una prospettiva".

A Gentiloni, Calenda e Padoan manda a dire: "Ritengono responsabile fare appello a noi per la legge di stabilità, mentre si fa la legge elettorale con la destra? Sono responsabili o provocatori?" e aggiunge: "Bersani non farà venire di certo la troika ma da qui a là ci sono tante cose". In merito all'approvazione dello ius soli afferma: "Io prendo per buono quello che dice Minniti, ma è il momento di accompagnare un atteggiamento sicuritario con una proposta di civiltà. Non si può dire a un bambino che non è italiano perché ci sono i barconi e gli stupri. Così tiriamo la volata alla destra". L'intervista si chiude parlando del caso Consip: "C'è bisogno di chiarezza su tutte e due i fronti, se c'è stata una deviazione delle indagini è un fatto grave, ma dall'altra parte qualcosa è successo.

Ma non credo ai complotti", conclude Bersani.

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