Il blitz fallito di Orlando per sgambettare i dem

L'ex ministro ha tramato per un'intesa coi grillini. E nel partito ora volano gli stracci

Il blitz fallito di Orlando per sgambettare i dem

Roma - La guerriglia interna al Pd, che non ha ancora fissato la data del suo congresso (fine gennaio, dice Maurizio Martina) ma è già in pieno scontro congressuale, arriva anche a Palazzo de' Marescialli.

L'elezione del renziano David Ermini, che rappresenta anche la prima notevole sconfitta per la maggioranza gialloverde, fa infatti masticare amaro la sinistra interna. E in casa dem c'è il forte sospetto che dietro la stravagante scelta dei togati di Magistratura democratica, storica corrente di sinistra della magistratura, che hanno votato a sorpresa il candidato di Lega e grillini, ci sia anche la longa manus di un pezzo di partito, quello che punta al «dialogo» con i Cinque stelle.

L'ex ministro della Giustizia Andrea Orlando (nella foto) viene indicato come «regista» dell'operazione, poi sconfitta dall'elezione sul filo dei numeri di Ermini: «Con Md e con Giuseppe Cascini, già segretario Anm e ora in Csm, Orlando ha mantenuto buoni rapporti. E fin dall'inizio ha spinto per un tentativo di intesa con i grillini, provando anche a candidare il costituzionalista di sinistra Massimo Luciani al posto di Ermini», racconta un parlamentare Pd.

L'episodio dà la misura della spaccatura politica interna al partito, e di un congresso che si giocherà in buona parte proprio sul tema dei rapporti con i Cinque stelle e sulla possibilità di «staccarli» dalla Lega offrendo loro un'alleanza alternativa. Proprio su questo Matteo Renzi è partito a testa bassa contro l'unico candidato segretario già in pista, Nicola Zingaretti, accusandolo di essere «troppo ambiguo» sui grillini.

Lo scontro Renzi-Zingaretti è riesploso anche ieri, quando la Stampa ha dato notizia di un appello dal titolo «Risvegliamo l'Europa», firmato dallo stesso Renzi assieme a molti leader del riformismo anti populista europeo, da Christophe Castaner (presidente di En Marche), a Joseph Muscat (premier di Malta), ad Albert Rivera (presidente Ciudadanos), a Guy Verhofstadt (capogruppo al Parlamento europeo di Alde). Appello che in sostanza propone un'alleanza trasversale, nel nome della difesa della Ue, e che ha subito suscitato dure reazioni a sinistra: «Il prossimo congresso sarà tra chi vuole restare nel Pse allargandolo, e chi vuole andare con i liberali dell'Alde, spesso all'opposizione dei pochi governi socialisti rimasti», denuncia Orlando, subito appoggiato da Zingaretti. «A Orlando vorrei ricordare che è stato Renzi, come segretario del Pd, a portare il nostro partito nel Pse», gli ricorda Sandro Gozi.

Il manifesto campeggiava ieri sul sito ufficiale del Pd, alimentando il nervosismo interno. Tutto questo alla vigilia della manifestazione contro il governo Lega-Grillo convocata per domenica dal segretario del Pd Martina, e mentre si cerca di riempire i pullman per portare gli smarriti militanti a Roma.

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