La bolla del tutto elettrico

L'industria automobilistica potrà continuare a progettare e fabbricare motori termici, anche dopo il 2035

La bolla del tutto elettrico

L'industria automobilistica potrà continuare a progettare e fabbricare motori termici, anche dopo il 2035. La palla adesso esce dal suo campo e finisce in quello dell'industria chimica e petrolifera, per produrre e commercializzare propellenti eco-sostenibili.

Sono i biocarburanti da materie prime di scarto e da residui vegetali, in armonia e non in competizione con le produzioni alimentari. HVOlution di Eni è già disponibile in 150 stazioni di rifornimento della rete esistente e può alimentare tutte le motorizzazioni omologate, senza alterarne le prestazioni. Poi ci sono i carburanti sintetici, che combinano la CO2 con l'idrogeno, anch'essi adatti al motore termico con emissioni prossime allo zero. Questi i fatti tecnici, che fanno da colonna sonora al balletto della politica per una exit strategy dalla favola del tutto-elettrico. La musica serve perché le manca il coraggio di dire che tutta questa transizione ecologica non è affare che ci riguardi, visto che siamo il continente a più basse emissioni e che le nostre auto emettono appena l'1% della CO2 mondiale. Inoltre, l'impatto ambientale dell'auto non deve fermarsi al tubo di scappamento ma comprendere l'intero ciclo, incluso la produzione e lo smaltimento delle batterie. Così, la sostenibilità delle auto elettriche svanisce miseramente. Se poi consideriamo lo sfruttamento delle risorse ambientali e umane legate all'estrazione delle materie prime e la dipendenza geopolitica dalla Cina, la partita finisce prima di cominciare.

Comunque, per fortuna siamo un'economia di mercato e dunque sapevamo da anni che mai e poi mai il 100% degli automobilisti avrebbe accettato una mobilità limitata, fatta di ricariche lente e disagevoli. La domanda è: come s'è gonfiata questa bolla? L'industria tedesca aveva puntato sull'economia cinese, dopo che quella americana le aveva chiuso le porte in faccia col diesel-gate. La finanza ha pressato verso il green, interessata più alla vendibilità titoli che a quella delle macchine. Per la politica, si può pensare che vada naturalmente dietro alla piazza sebbene dovrebbe guidarla, se avesse leadership. E poi si può pensar male, ma è altro capitolo.

Manca solo un tassello: dov'erano i giornalisti? Tutti a fare propaganda e nessuno a cercare i fatti. Eppure, le fonti erano disponibili, era facile scoprire l'inutilità di questa crociata. Volevano cambiarlo, il mondo, invece di raccontarlo.

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