"Il bonus per i diciottenni mossa elettorale disgustosa"

Berlusconi in Veneto all'assalto del governo: "Regime inaccettabile, il Pd ha un voto su sei"

"Il bonus per i diciottenni  mossa elettorale disgustosa"

Berlusconi show a Mogliano Veneto, a chiusura della due giorni organizzata dal senatore Marco Marin e dall'europarlamentare Elisabetta Gardini. È un Cavaliere determinato che parla di economia, di politica internazionale, di giustizia. Va a testa bassa contro Renzi e il suo governo: «500 euro per la cultura a chi compie 18 anni e va a votare per la prima volta: queste sono mance elettorali disgustose», attacca. Un po' come gli 80 euro alla vigilia delle Europee. Da condannare anche perché i soldi sono pochi e il premier li dirotta dove non servono. Quindi parla di sicurezza: «Il 72 per cento di chi compie furti è un immigrato e se ne arriveranno, come si stima, altri 4 milioni nel prossimo anno, si avrebbero potenzialmente oltre 1000 furti al giorno». E Renzi che fa? «Il governo ha pensato di ridurre di 15mila unità l'organico delle forze dell'ordine, chiudere stazioni dei carabinieri e commissariati di polizia, e offrire ad agenti che rischiano la vita appena 8 euro al mese. Ma grazie al nostro emendamento ora queste riduzioni non ci saranno».E ancora: «Non siamo assolutamente in una democrazia che dovrebbe essere del popolo. Il governo che oggi governa è contro il popolo. Renzi governa senza essere stato eletto e lo fa con un voto su sei. E poi mette tutti uomini suoi negli enti e nelle aziende di Stato; l'ultimo caso è quelle delle nomine di Ferrovie dello Stato. Questa situazione si chiama regime, e non possiamo accettarlo». Il Cavaliere giudica finita la luna di miele del premier con gli italiani: «Renzi ha perso dieci punti di fiducia in 10 mesi e dentro al Pd i comunisti lo accusano di aver tolto alla sinistra la guida del partito per darla a un vecchio democristiano seppure giovane. Alcuni all'interno del Pd hanno avuto Il coraggio di andarsene e si profila la possibilità che se ne vadano altri. Tutti prevedono come impossibile che il Pd arrivi al 40% e se così fosse esiste la possibilità che al ballottaggio arrivino i Cinque stelle. Se così fosse, l'Italia finirebbe in mano a una banda di balordi e quindi noi abbiamo il dovere di fare in modo che il terzo componete della democrazia, cioè il centrodestra, si rafforzi per vincere al primo turno le elezioni».Berlusconi è in campissimo e lo dice così: «Ho un programma per vincere con oltre tre milioni di voti rispetto alla sinistra. Io volevo tornare sulla scena politica dopo l'affermazione di una mia conclamata innocenza ma per senso di responsabilità sono ancora in campo». Già, la giustizia. Sebbene in molti gli consiglino cautela, il Cavaliere torna a parlare della magistratura: «Mi hanno implorato di non farlo ma lo devo dire. Mi hanno fatto 66 processi: non ce n'è uno solo che abbia riguardato la mia azione politica o la mia attività di governo. Non uno». Ecco perché la giustizia è in cima alle proposte di riforme berlusconiane. Ecco i punti: «Processi di durata ragionevole, che si cambi la custodia cautelare e il sistema delle intercettazioni. Introduzione dell'istituto della cauzione e basta con i processi politici. Chi è accusato e assolto in primo grado non sia chiamato a rispondere nei gradi successivi».Poi, parla di se stesso e confida: «Non mi sono ancora trovato davanti a un vecchio quando mi guardo allo specchio. Se potessi ancora partecipare e girare l'Italia non pensate che potremmo salire di altri 10 punti?». Suona la carica, insomma, prima di parlare di politica internazionale e di raccontare qualche aneddoto: «Un forte governo italiano potrà avere peso in Europa mettendo in campo anche il talento dell'amicizia».

Quindi ricorda: «Io non sono un politico ma ero e sono ancora un tycoon; regalavo 12 cravatte a tutti i colleghi del G8 e ne ho presieduti tre. Ho visto Bush, Putin e Blair indossare contemporaneamente le mie cravatte; e mi hanno detto che quando fossero scaduti l'amico Silvio li avrebbe assunti nelle sue imprese».

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