Erica OrsiniLondra Sulla Brexit le banche britanniche mettono le mani avanti. La Banca d'Inghilterra sarebbe pronta ad offrire un'iniezione di extra liquidità la settimana prima del voto referendario per salvaguardare gli istituti di credito nazionali dal caos che un'eventuale uscita dall'Europa provocherebbe. Abbandonare l'Unione Europea comporterebbe gravi rischi, dal punto di vista finanziario e le autorità finanziarie temono un terremoto a cui sono già scampate con il referendum sull'indipendenza della Scozia. «Nel nostro Paese - ha dichiarato la scorsa settimana un portavoce della Barclay, il referendum sull'uscita dall'Unione ha già aumentato l'instabilità politica e lasciare la Comunità avrebbe sicuramente conseguenze gravi sugli investimenti». Una posizione condivisa anche dai vertici della Royal Bank of Scotland che teme la decisione del 23 giugno ancor più di quanto aveva temuto il referendum scozzese.Ieri tutti attendevano di conoscere il parere del governatore della Banca d'Inghilterra, Mark Carney, che ha attirato su di sé l'accusa di partigianeria per aver definito il rischio Brexit «il più grande pericolo interno per la stabilità del sistema finanziario britannico». Carney ha affermato che le incertezze sul risultato del voto e dunque sul futuro della Gran Bretagna in Europa sono già risentite dai mercati finanziari e un voto a favore dell'uscita dal campo di Bruxelles potrebbe provocare un colpo nel breve termine all'economia del Paese. Un possibile abbandono dell'Ue da parte di Londra, secondo Carney, avrebbe conseguenze potenziali sulla bilancia dei pagamenti della Gran Bretagna con il resto del mondo, sul mercato immobiliare, gli investimenti esteri e le banche britanniche.«Continueremo a essere al di sopra delle parti - aveva dichiarato Carney alla vigilia dell'importante incontro con la commissione parlamentare del Tesoro per la relazione annuale - non faremo nessuna pressione né daremo alcun consiglio su quello che deve o non deve esser fatto a proposito». Introducendo la relazione e analizzando il rapporto con l'Unione Europea, Carney ha concluso che far parte dell'Unione probabilmente «ha favorito e incrementato il dinamismo dell'economia britannica e la sua capacità di crescita senza generare rischi per la stabilità monetaria e finanziaria».
Un commento che da alcuni politici, come il deputato conservatore Jacob Rees-Mogg, è stato ritenuto spudoratamente fazioso e a favore di una permanenza nell'Unione: «Le parole del governatore sono soltanto dichiarazioni speculative a favore dell'Europa. Considerando più gli aspetti positivi che quelli negativi derivanti dall'essere parte dell'Ue, la Banca d'Inghilterra prende politicamente una posizione europeista».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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