Brexit, prove di addio senza accordo e Moody's: sterlina giù, inflazione su

Patenti da rifare e in Ue stop ai divorzi stabiliti dalle corti inglesi. E Moody's: sterlina giù, inflazione su

Brexit, prove di addio senza accordo e Moody's: sterlina giù, inflazione su

Cosa potrebbe voler dire una hard Brexit, un divorzio tra Londra e Bruxelles senza che venga raggiunto un accordo su come lasciarsi civilmente, me ne vado, sì, ma senza sbattere la porta? Ieri il governo di Theresa May ha cercato di dare una risposta, pubblicando una seconda tranche di note tecniche pensate per aiutare i cittadini inglesi a prepararsi all'eventualità di un non accordo. Questo pacchetto fa seguito alle prime 25 note già diffuse lo scorso agosto. E tutte cominciano invariabilmente con un incipit rassicurante: «Uno scenario in cui il Regno Unito lasci l'Ue senza un accordo rimane improbabile».

Però se dovesse succedere, avverte il governo, è meglio prepararsi. Controllando ad esempio il passaporto: i cittadini inglesi saranno infatti trattati alla stregua di americani e australiani e dovranno avere un passaporto emesso da non più di dieci anni e con una validità residua di almeno 6 mesi al momento dell'ingresso in Ue. Una hard Brexit rimane improbabile ma se accade è meglio verificare la propria patente perché potrebbe non essere più valida nel continente. Dipenderà dallo stato membro. Bisognerà avere un permesso di guida internazionale, può essere di due tipi diversi in funzione dello stato europeo, con scadenze differenti (e un costo di 5.5 sterline). Non succede, ma se succede è meglio controllare il piano tariffario del cellulare quando si va a Parigi per il weekend (per non menzionare il disagio di chi abita nelle zone di confine dell'Irlanda del Nord). Tornerebbero le tariffe per il roaming, l'importo dipenderà dalla compagnia telefonica anche se il ministro per la Brexit, Dominic Raab, ha dichiarato che il governo è pronto a mettere un tetto massimo sull'aumento delle tariffe. È improbabile ma se dovesse succedere i prodotti inglesi venduti in Europa dovranno essere ritestati (con alcune eccezioni) da un'autorità riconosciuta da Bruxelles. I trasporti marittimi potrebbero dover fornire la lista dei passeggeri, dell'equipaggio e dei porti dove si è attraccato prima di entrare in Ue. E i pronunciamenti delle corti inglesi nei casi di divorzio potrebbero non essere accettati in Europa. Sono solo alcuni esempi di scenari improbabili ma comunque da incubo. L'associazione industriale inglese ha chiesto per l'ennesima volta al governo di raggiungere un accordo con Bruxelles. E non è mancato nemmeno l'intervento di Moody's.

L'agenzia di rating in un report ha messo in guardia sull'eventualità di un non accordo che porterebbe a una caduta ulteriore della sterlina, alta inflazione e congelamento dei salari. Interventi e proclami che potrebbero venire utili alla premier, impegnata oltre che con Bruxelles anche nella battaglia interna contro gli alfieri della hard Brexit.

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