C'è chi dice che sia il primo effetto concreto della Brexit. E chi ritiene si sia trattato di una scelta politica per favorire la nascita di un governo spagnolo a «ossigeno limitato», quale quello di minoranza che dovrebbe formare il popolare Mariano Rajoy con l'astensione dei socialisti e di Ciudadanos di Albert Rivera. Fatto sta che alla luce della situazione economica eccezionale la Commissione europea ha deciso di raccomandare all'Ecofin l'annullamento delle multe alla Spagna e al Portogallo per non aver rispettato gli impegni di bilancio negli anni 2013-2015 e non aver corretto per tempo il loro deficit statale, violando le regole comunitarie. In sostanza un via libera alla flessibilità di bilancio.
Bruxelles ha stabilito per i due Paesi un nuovo (e sufficientemente comodo) percorso di risanamento dei conti pubblici. Fermo restando che poi al di là delle indicazioni della Commissione saranno gli Stati membri ad avere la parola definitiva. La linea morbida di Bruxelles è stata adottata a causa di una «situazione economica eccezionale» e tenendo conto degli sforzi di riduzione dell'indebitamento e delle riforme «importanti» avviate nei due Paesi. La Commissione doveva decidere anche sulla sospensione di una parte degli impegni dei fondi strutturali e di investimento per il 2017. Quest'ultimo aspetto è sospeso perché ci sarà un dialogo con il Parlamento europeo che ha chiesto esplicitamente di essere coinvolto. Una situazione inedita, mai accaduta prima a dimostrazione che la svolta «flessibilista» si sta rafforzando. In ogni caso l'Ue potrebbe sfruttare la minaccia del congelamento parziale dei fondi Ue per aumentare la pressione sui due Paesi.
La multa prevista può arrivare allo 0,2% del Pil (2,1 miliardi per la Spagna e 200 milioni per il Portogallo). «Non vogliamo rompere il cammino verso la ripresa economica nel momento in cui dobbiamo fare attenzione al modo in cui le nostre decisioni sono percepite e in cui sono percepite le regole europee: tenendo conto di tutti i fattori, la soluzione decisa può non essere ideale ma è certamente pertinente sul piano economico e sul piano politico. Non abbiamo inventato una regola nuova», ha spiegato il commissario Ue agli Affari economici e finanziari Pierre Moscovici.
La Commissione, comunque, indica che il Portogallo deve porre fine al deficit pubblico eccessivo (in pratica portarlo sotto il 3%) entro quest'anno, e la Spagna deve farlo entro il 2018 al più tardi. Nel dettaglio quest'anno deve portare il deficit/Pil dal 5,1% del 2015 al 4,6% quest'anno, al 3,1% nel 2017 e al 2,2% nel 2018. Inoltre la Spagna deve usare tutte le entrate non previste per accelerare la riduzione del deficit e del debito. Quanto al Portogallo, deve ridurre il deficit/pil dal 4,4% del 2015 al 2,5% quest'anno Lisbona deve adottare misure di consolidamento pari allo 0,25% del Pil quest'anno.
Se Spagna e Portogallo possono sorridere, qualche nube si addensa sul nostro Paese. L'agenzia Fitch, per la seconda volta in un anno, taglia le stime del Pil dell'Italia.
Nel Global Economic Outlook trimestrale prevede una crescita del Pil dello 0,8% nel 2016, seguita da +1% nel 2017 e nel 2018. La revisione al ribasso è di 0,2 punti per quest'anno, di 0,3 punti per il prossimo e di 0,1 punti per il 2018. Un taglio delle stime - spiega Fitch - dovuto «ai recenti shock domestici ed esterni».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.