Bufera su Casalino: si dimetta. Lui chiede scusa ma resta

Il portavoce e la gaffe su Genova: non volevo offendere Ma il governo lo blinda: «È soltanto un audio rubato»

Bufera su Casalino: si dimetta. Lui chiede scusa ma resta

Rocco Casalino si scusa ma non si dimette. La diffusione dell'audio in cui il portavoce del premier Giuseppe Conte si mostra insofferente verso le richieste dei giornalisti, lamentandosi di essere stato costretto a lavorare anche a Ferragosto a causa del crollo del Ponte Morandi, scatena un'ondata di indignazione in tutta Italia. Con l'esclusione degli esponenti del governo e della maggioranza. «Mai voluto offendere. Sento di dover chiedere scusa per l'effetto prodotto da un mio audio privato finito sui giornali scrive in una nota ufficiale il portavoce - Nelle mie parole non c'è mai stata la volontà di offendere le vittime di Genova. Offende, invece, l'uso strumentale che alcuni giornali stanno facendo di questa tragedia». Dunque per Casalino il problema non è dire e fare cose inaccettabili ma il fatto che i giornalisti riportino simili notizie.

Già finito nella bufera per le minacce rivolte ai tecnici del Mef Casalino però gode dell'appoggio incondizionato dei Cinquestelle e del governo. Di fronte alle sue inqualificabili dichiarazioni il governo fa una scelta precisa, sintetizzabile nella dichiarazione del ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, già protagonista di indecenti gaffes sempre relative al Ponte Morandi. «Delle parole degli altri, soprattutto degli audio rubati, sinceramente me ne frego altamente», è il commento di Toninelli.

Ecco i Cinquestelle in sostanza se ne fregano. Di tutto. È la scelta politica di questo governo le cui conseguenze saranno pagate dagli italiani.

Il senatore azzurro, Maurizio Gasparri si chiede «che cos'altro deve succedere perché Casalino venga allontanato dal suo strapagato e immeritato ruolo di portavoce?», auspicando che «si cali rapidamente il sipario per decenza istituzionale». Indignato anche il portavoce di Forza Italia Giorgio Mulè. «Pensavamo di aver toccato il fondo con la commissione di indagati nominata dall'incapace Toninelli per indagare sul Ponte o con il testo del decreto Genova stravolto e privo totalmente di risposte rispetto all'annuncio di Conte», scrive Mulè su Facebook. Invece, prosegue, Casalino è riuscito a fare peggio: «Sbraita con i giornalisti perché gli è saltato il Ferragosto per il crollo del Ponte Morandi. Senza vergogna».

Tra i Cinquestelle c'è chi cerca di difendere Casalino osservando che si trattava di dichiarazioni private. Ma ad esempio Andrea Romano, Pd, fa notare in un tweet che «se sei il portavoce del capo del governo e mandi un vocale a decine di giornalisti, non è una conversazione privata ma un messaggio formale».

Tra i primi ad attaccare Casalino anche Matteo Renzi che lancia l'hashtag Roccovergogna. Ma l'affondo arriva con il segretario Pd, Maurizio Martina, che chiede le dimissioni immediate del portavoce: «Ogni minuto che passa senza le dimissioni di Casalino è un'offesa per Genova e i genovesi. A casa, adesso».

In difesa della libertà di stampa intervengono anche la Federazione nazionale e l'Ordine dei giornalisti.

«Il nuovo audio di Rocco Casalino rende chiara e lampante la ragione per la quale i 5 Stelle lavorano all'abolizione dell'Ordine dei giornalisti e provano a mettere ai margini giornali e giornalisti, additandoli come nemici del popolo. - scrivono Fnsi e Cnog- Il loro problema è cancellare quelle notizie che danneggiano la loro immagine e una narrazione dell'Italia tutta lustrini e paillettes, lontana anni luce dalla realtà».

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