Caccia al tesoro dei Fini, tra conti correnti e polizze

Al setaccio i movimenti finanziari dell'ex An che non ha beni intestati. Quel milione versato in Mps

Caccia al tesoro dei Fini, tra conti correnti e polizze

Roma - Dietro al sequestro milionario a Fini c'è un certosino lavoro di ricostruzione delle finanze dell'ex presidente della Camera. Un lavoro che sarebbe ancora in corso. Sono due le polizze assicurative intestate all'ex presidente della Camera Gianfranco Fini e sequestrate su disposizione del tribunale di Roma, nella persona del gip Simonetta d'Alessandro.

Si tratta di 934.441,72 euro contenuti proprio nelle polizie stipulate con Axa Mps Financial, ciascuna da 467.220,86 euro. All'ex leader di Alleanza nazionale, al suo avvocato e all'istituto assicurativo è stata comunicata la notifica del sequestro attuato dallo Scico della Guardia di Finanza, per cui il patrimonio resterà inutilizzabile, dopodiché si rimarrà in attesa di capire se sarà confiscato o meno. In tal caso andrà a confluire nelle casse dello Stato.

Non è, invece, stato disposto dal giudice il blocco del conto corrente di Fini, su cui si trovano 66.251,78 euro, parte dei quali, con versamenti mensili, vengono accreditati all'ex moglie Daniela Di Sotto.

Il gip, peraltro, aveva già deciso il sequestro preventivo, in quanto profitto dei reati di riciclaggio e reimpiego, «finalizzato alla confisca - si legge nell'ordinanza - del patrimonio di Giancarlo, Elisabetta e Sergio Tulliani, valutati in 5.215.026,37 euro. Dal momento che il profitto illecito confiscabile ai Tulliani è stato determinato in 7.396.936,31 euro, residuano ancora capienze». A Sergio Tulliani «sono confiscabili beni per ulteriori 1.251.403,77 euro, alla figlia Elisabetta 56.794,11 euro e al figlio Giancarlo 873.711,06 euro». Fini, invece «non risulta essere intestatario di beni mobili o immobili registrati». Tornando alle polizze intestate all'An, il gip ne ha stabilito il sequestro in quanto si è determinato che si tratta di uno strumento finanziario a tutti gli effetti, vista la riscattabilità, anche parziale, di somme di denaro. Lo stesso Fini, nel gennaio 2015, secondo quanto risulta dalle indagini poste in essere dalla Guardia di Finanza, «aveva operato su ciascuna polizza un riscatto di 34.788,14 euro». Il tutto dopo aver versato su un conto corrente personale, aperto presso il Monte dei Paschi di Siena nel 2014, 1 milione di euro prelevati da un secondo conto corrente, aperto nel 1983 e chiuso nel 2016 presso il Banco di Napoli.

Movimenti bancari e finanziari, insomma, che forse Fini pensava sarebbero serviti a eludere quei controlli che, invece, la Gdf ha poi operato rilevando che i soldi da sequestrare, come disposto dal giudice, erano tutt'altro che finiti.

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