Cade un altro aereo, è giallo: 116 morti nel deserto africano

Si ipotizza l'incidente, ma il governo non esclude l'attentato A bordo del jet algerino c'erano 80 passeggeri europei

Cade un altro aereo, è giallo: 116 morti nel deserto africano

Un altro aereo passeggeri è precipitato in zona di guerra, ma questa volta in Africa. Per le 116 persone a bordo, un'ottantina europee a cominciare da 51 francesi, non ci sono speranze. L'ipotesi più probabile è quella dell'incidente, ma il ministero della Difesa algerino non ha escluso «l'attacco terroristico». Mercoledì notte il volo AH5017 della compagnia spagnola Swiftair, che operava per conto dell'Air Algerie è decollato dall'aeroporto di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso. A bordo 51 francesi, 6 spagnoli di equipaggio oltre a 4 tedeschi, 2 svizzeri, 1 belga ed una trentina di africani. Tutti diretti in Algeria dove avrebbero preso coincidenze soprattutto per la Francia. Verso le tre del mattino l'aereo è scomparso dai radar. All'1 e 38 il pilota ha chiesto di cambiare rotta a causa del maltempo, che imperversava nella zona. Il volo avrebbe dovuto atterrare all'alba ad Algeri.

All'inizio sembrava che l'aereo si fosse schiantato in Niger, ma poi i rottami sarebbero stati individuati nel Nord del Mali. «Sono a disposizione tutti i nostri mezzi militari e civili» per ritrovare l'aereo ha annunciato il presidente francese Francois Hollande. Ieri due caccia Mirage si erano alzati in volo dalla loro base in Chad per partecipare alle ricerche. Le truppe di Parigi sono intervenute in Mali nel gennaio dello scorso anno per fermare l'avanzata dei gruppi jihadisti, che stavano marciando sulla capitale dopo aver conquistato il Nord. Proprio nella zona desertica settentrionale fra Gao e Kidal sarebbe stato individuato il relitto, ma ieri sera l'aereo era ancora «scomparso».

Due capoluoghi ex roccaforti dei miliziani islamici e tuareg ispirati da Al Qaida, che sono stati sconfitti, ma non debellati. Gli abitanti di Kidal, nella notte fra mercoledì e giovedì, hanno sentito delle forti esplosioni. La scorsa settimana il ministro della Difesa francese, Jean-Yves Le Drian, ha visitato il Mali per rilanciare la missione militare contro i gruppi jihadisti.

Il presidente Hollande ha convocato una riunione d'emergenza all'Eliseo ed il ministero della Difesa algerino non esclude la pista terroristica. Nel Nord del Mali e l'area più vasta del Sahara meridionale opera Al Qaida del Maghreb. I terroristi hanno più volte minacciato di rappresaglie la Francia e attaccato obiettivi algerini.

L'esperto di sicurezza Alain Bauer, interpellato dal quotidiano Le Figaro , ha dichiarato che «un attentato o la possibilità che l'aereo sia stato abbattuto da un missile è la meno plausibile». Nel Nord del Mali i militanti della guerra santa non avrebbero armi del genere, come i filo russi nell'Est dell'Ucraina che abbattono aerei militari di continuo e sono accusati di aver colpito il volo civile precipitato la scorsa settimana con 298 persone a bordo.

«L'ipotesi dell'incidente a causa delle cattive condizioni meteorologiche è la più plausibile» spiega Bauer. Poi, però, aggiunge che «i controlli dei bagagli e l'accesso dei passeggeri all'aeroporto di partenza in Burkina Faso non sono fra i più sicuri». L'intelligence sta controllando minuziosamente in queste ore la storia di tutti i passeggeri. A bordo c'era un solo cittadino del Mali, che attirerà sicuramente l'attenzione.

L'aereo era del 1987, un po' vecchiotto ed aveva già registrato «diversi problemi al motore» secondo il pilota Mohamed Benzerroug citato da un sito algerino. Il velivolo era stato revisionato «due o tre giorni fa» da tecnici dell'aviazione civile francese che secondo la compagnia lo avevano trovato «in buono stato». I calciatori del Real Madrid che hanno volato per le trasferte con lo stesso aereo lo chiamavano «la Saeta».

A bordo del volo precipitato

era stata segnalata ieri pomeriggio anche Mariela Castro, nipote del lider maximo cubano. Poco dopo lei stessa ha smentito la notizia a L'Avana garantendo che «è viva e vegeta ed in buona salute».

www.gliocchidellaguerra.it

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