Roma - Per diventare cittadini italiani, quando questa legge dall'iter difficile verrà approvata, non conterà più solo aver ereditato la cittadinanza dai propri genitori, il cosiddetto ius sanguinis. Il nuovo ddl prevede che possano ottenere il passaporto italiano anche i figli degli immigrati nati e cresciuti in Italia, ragazzi e ragazze integrati nella nostra cultura, che parlano perfettamente italiano, spesso anche i nostri dialetti, ma che finora sono sempre stati considerati comunque stranieri. Anche se in realtà, pure con la normativa esistente e dunque con regole tra le più restrittive in materia, l'Italia in passato ha già toccato il picco di nuove cittadinanze. Nel 2015 i «nuovi» italiani sono stati 50mila in più rispetto all'anno precedente, quando il nostro Paese è stato quello con il maggior numero di naturalizzazioni, secondo solo alla Spagna.
Le nuove norme faciliteranno ulteriormente le cose. Finora gli stranieri nati in Italia avevano diritto alla cittadinanza solo se, una volta diventati maggiorenni, dichiaravano entro un anno di volerla acquisire e se fino a quel momento avevano risieduto nel Paese «legalmente e ininterrottamente». Adesso saranno previste due modalità innovative per fargliela ottenere, se lo chiederanno. Con lo ius soli temperato saranno italiani per nascita i figli, nati nel nostro Paese, di genitori stranieri di cui almeno uno residente in Italia da cinque anni e in possesso del permesso di soggiorno Ue di lungo periodo. Con lo ius culturae, invece, potranno chiedere la cittadinanza tutti quei minori che hanno frequentato regolarmente un istituto del sistema nazionale di istruzione per almeno cinque anni e che sono stati promossi o che hanno terminato un percorso di formazione professionale. Anche coloro i quali sono nati all'estero e sono arrivati in Italia prima di aver compiuto i dodici anni. Uno dei due genitori, o chi ne esercita la responsabilità, dovrà presentare richiesta all'ufficio di stato civile del Comune di residenza entro il compimento della maggiore età del figlio, oppure potrà essere il diretto interessato a chiederlo entro il ventesimo anno. Chi ha più di vent'anni e chi è arrivato in Italia dopo i dodici, invece, dovrà dimostrare di aver vissuto in Italia in modo legale e continuativo negli ultimi cinque anni e di rientrare nei requisiti previsti dallo ius culturae. Al Viminale serviranno sei mesi per rilasciare i nullaosta.
Ma quale sarà l'impatto di questa legge sulla nostra popolazione? Quanti saranno i nuovi italiani? Le stime parlano di circa 800mila potenziali nuovi concittadini nell'immediato, tra quelli nati in Italia e
quelli nati all'estero che hanno completato qui gli studi, ai quali ogni anno se ne andrebbero ad aggiungere altri 60mila. Questo secondo i calcoli della fondazione Moressa, basati sui risultati di una recente indagine Istat.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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