Via al cantiere golden power Padoan stringe sulla rete Tim

Il ministro manda un messaggio ai francesi: "Giusto lo scorporo". Ma il primo obiettivo è Fincantieri

Via al cantiere golden power Padoan stringe sulla rete Tim

«Lo scorporo della rete dalla fornitura dei servizi aumenta l'efficienza e la competizione, va applicato laddove possibile». Il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, intervistato da Sky Tg24, ha ribadito il proprio orientamento in merito alla rete fissa di Tim. Dopo lo smacco francese a Fincantieri su Stx, l'esponente più autorevole del governo ha ricordato ai francesi di Vivendi che, ove volessero seguire quella strada, la soluzione sarebbe ben accetta.

I mezzi di persuasione, infatti, non mancano. Entro la fine di agosto il governo deciderà se esercitare la golden power nei confronti di Tim. Oggi, infatti, si riunirà il gruppo di coordinamento della Presidenza del Consiglio al quale è stata affidata l'istruttoria in seguito alla richiesta effettuata lunedì scorso dal ministro dello Sviluppo, Carlo Calenda. Il gruppo, costituito da dirigenti e funzionari ministeriali, avrà dieci giorni per acquisire documentazione e chiedere ulteriori informazioni all'operatore telefonico. Successivamente, Palazzo Chigi dovrà esprimersi entro quindici giorni, completando la procedura entro la fine del mese. Sarebbe la prima volta perché, seppur invocata, non è mai stata esercitata in nessuna operazione precedente su Telecom. «C'è un forte interesse - ha sottolineato Padoan - per il capitale straniero per investimenti in Italia, ma vedo con estremo favore anche che imprese italiane forti e leader mondiali facciano investimenti all'estero e ci aspettiamo reciprocità».

La golden power scatta in caso di cambiamento di controllo di una società che detiene asset strategici (in questo caso la rete telefonica) o in caso di operazioni straordinarie su questi ultimi. In merito alla prima fattispecie, al gruppo guidato dal presidente Arnaud de Puyfontaine si può rimproverare la mancata notifica del nuovo status di società soggetto a direzione e coordinamento di Vivendi. Non è un vulnus gravissimo. Per quanto riguarda la seconda eventualità, ci si trova dinanzi a una sorta di caveat. Tim non ha alle viste operazioni sulla rete, ma da tempo si rincorrono indiscrezioni circa il potenziale scorporo del network per trasformare l'operatore in una media company vera e propria, bypassando la legge Gasparri e il pesante stop dell'Agcom sulla quota in Mediaset (29,9% dei diritti di voto).

Padoan, in pratica, ha «suggerito» a de Puyfontaine un percorso. Si tratterebbe di una delle derivate dell'«Operazione Capricorn», il piano studiato da governo e Cdp per conferire le partecipate statali strategiche (Eni, Enel, Poste, ecc.) in capo a un veicolo che per finanziarsi emetterebbe azioni di risparmio, blindandone il controllo e diminuendo il debito. Anche la rete potrebbe entrare in gioco con l'unificazione del network Tim con quello nascente di Open Fiber (50% Enel e 50% Cdp). Non a caso ieri l'ad di Open Fiber, Tommaso Pompei, ha specificato di avere «contatti con tutti e tutti hanno contatti con noi», rimarcando l'esistenza di un dossier specifico.

L'azione governativa su Vivendi è una subordinata dello stop del presidente Macron a Fincantieri-Stx.

«Gli italiani sanno contare benissimo e 50 e 50 non sarà accettato», ha sentenziato il titolare del Tesoro, riaffermando che un accordo con una partecipazione del gruppo guidato da Giuseppe Bono inferiore al 51% non sarà preso in considerazione e precisando che «sta alla Commissione Ue decidere se vi siano gli estremi di intervento» sulla nazionalizzazione di Stx. La partita è appena iniziata.

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