Cronache

Caos sul canone. Se è legittimo lo deciderà il Tar

Sui tavoli delle associazioni dei consumatori piovono in queste ore le segnalazioni arrabbiate di addebiti errati, esenzioni non rispettate e importi sbagliati

Caos sul canone. Se è legittimo lo deciderà il Tar

Si era già guadagnato il titolo di balzello più indigesto per gli italiani. Dal sapore ancora più amaro dopo le polemiche di questi giorni sui maxi stipendi dei dirigenti della tv di Stato. Se poi ci si aggiungono gli errori, i pasticci sugli importi e l'attesa per il ricorso al Tar che pende sulla sua legittimità, l'esordio approssimativo del canone Rai nelle bollette per l'energia promette un nuovo braccio di ferro tra contribuenti e Agenzia delle Entrate.

Sui tavoli delle associazioni dei consumatori piovono in queste ore le segnalazioni arrabbiate di addebiti errati, esenzioni non rispettate e importi sbagliati. Un «mostro» burocratico che il Codacons conta di neutralizzare martedì, quando è atteso il parere del Tar del Lazio che si dovrà esprimere sulla richiesta di sospensiva del decreto con cui il governo ha inaugurato l'era del canone all'interno della bolletta della luce.

Una modalità di riscossione «illegittima», secondo l'associazione: «Se il Tar accoglierà la nostra richiesta e sospenderà l'inserimento in bolletta - auspica il presidente Carlo Rienzi - le aziende elettriche dovranno restituire agli utenti i 70 euro della prima rata scattata nei giorni scorsi». La stessa rata che ha fatto imbufalire molti contribuenti che pur avendo fatto dichiarazione per l'esonero, perché non possessori di una tv, se la sono ritrovata comunque messa nel conto dell'energia. O quelli a cui, al contrario per sbaglio non è stata recapitata e che per questo rischiano di vedersi addebitare l'importo in futuro, ma maggiorato delle relative sanzioni di mora.

E poi c'è quella sfilza di casi, segnalati dall'Unione Nazionale Consumatori, di addebiti di 51,03 euro e non di 70 a coloro che hanno presentato la dichiarazione di non detenzione dell'apparecchio nel periodo compreso tra il 16 maggio e il 30 giugno. «Si tratta dell'importo relativo al primo semestre». Ovvero, a tutti quelli che hanno inviato la dichiarazione «prima del 16 maggio, moltissimi ad esempio l'hanno spedita sabato 14 ma all'Agenzia delle Entrate è pervenuta dopo il 16, e a cui è stato comunque addebitato il primo semestre di abbonamento alla televisione.

Chiediamo che queste posizioni vengano sanate automaticamente senza necessità che il consumatore sia costretto a presentare una domanda di rimborso». LoBu

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