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Care ragazze da schiaffi, non rovinate lo sport

di Eleonora BarbieriFrancesca Piccinini non è una bacchettona. È una che ha vinto tantissimo, campionessa da vent'anni, capitano della Nazionale, che a 37 anni è ancora sui campi di pallavolo, perché è la sua passione. Giocare, impegnarsi, vincere. Su Facebook (non via fax o col ciclostile) ha parlato alle sue giovani colleghe, alle compagne con cui condivide partite e allenamenti: «Le ragazze sono cambiate tanto rispetto a quando ho iniziato io a giocare». Ai suoi occhi, sembrano un po' peggiorate: «Hanno la lingua lunga e il cellulare ultimo modello sempre sotto gli occhi. A 18 anni rispondono a muso duro a quelli di 40».Non è la solita lamentela del vecchio trombone (Piccinini non è vecchia, non è trombona): «Ho giocato con tante ragazze brave e umili. Ma spesso altre entrano in una squadra credendo che tutto gli sia dovuto, non hanno rispetto di chi è più esperto e ha una storia». Il rispetto va in un senso e nell'altro: dalle «veterane» alle diciottenni, dalle più piccole alle senatrici. L'allenatore della Nazionale Marco Bonitta le ha dato ragione: «Di sicuro è più difficile rapportarsi con queste generazioni... I ruoli, una volta, erano maggiormente rispettati». Le ragazze di oggi, insomma, sarebbero bamboccione e arroganti. Se fosse una lamentela, si potrebbe dire che sono semplicemente giovani.

Ma lo sfogo di Piccinini è più triste che inacidito: «Raccoglievo i palloni in palestra e lo faccio tuttora». Non è nonnismo. È solo che, qualche volta, anche qualche calcio nel sedere fa bene, per ridarti il senso della realtà. Specialmente se vuoi vincere.

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