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"Cari pazienti dovete credermi. Io un pioniere, non un mostro"

Il medico arrestato: "Sono vittima della gogna mediatica. Ho sempre operato in coscienza. E continuerò a farlo"

"Cari pazienti dovete credermi. Io un pioniere, non un mostro"

Lettera a un paziente mai operato. Affranto e sconcertato dalla gogna mediatica, col cuore in mano, mi rivolgo ai miei pazienti operati e a quelli che aspettano di essere curati. Non sono un mostro, ho passato tutta la mia vita a cercare la cura meno cruenta e aggressiva per farvi il minor danno possibile. Associata alla migliore tecnologia del mercato, per darvi il massimo della scienza in atto. Sono un pioniere, un antesignano della tecnica mininvasiva computer e robot assistita. Dal 1999, ho portato questa tecnologia al Cto, nel pubblico, per operare tutti i pazienti al meglio. Questa è una tecnologia che costa, in termini di curve di apprendimento, sacrificio e strumentario informatizzato. Nel privato è semplice, paga il paziente il noleggio del sistema computerizzato. Nel pubblico nessuno, né il paziente, né l'ospedale. Grazie alla mole del mio lavoro, sono riuscito a portarlo dentro le sale operatorie del Cto, a titolo gratuito, a carico delle ditte che producono gli impianti protesici, coinvolte in questo settore. Nessun costo aggiuntivo per l'ospedale e il sistema sanitario. Sto ricevendo centinaia di messaggi di stima e gratitudine da voi, ma mi rendo conto che molti di voi sono perplessi. Il dubbio si è insinuato. Credetemi, vi ho sempre operato in scienza e coscienza. Certo, qualche complicanza c'è stata, ma l'abbiamo sempre risolta. Io sono brianzolo, da noi si dice: «chi lavora il legno fa i trucioli». Ma voi mi avete sempre capito, avete capito la mia buona fede, non ho contenziosi aperti con voi.

Vi ringrazio di cuore anche per questo. Spero mi si conceda la possibilità di tornare a lavorare, è la mia vita e l'unico sostentamento della mia famiglia. Non ho fatto nulla di male, avviluppato in un ingranaggio burocratico-amministrativo di difficile comprensione, associato a qualche frase, intercettata, inopportuna, sfogo di sedute operatorie impegnative, ma senza costrutto alcuno.

Vi scrivo queste parole con le lacrime agli occhi, chiuso nella mia casa, impotente.

Vi penso sempre, tutti, soprattutto quelli che non ho potuto operare in questi giorni. I miei collaboratori e allievi sono bravi, il computer li aiuta. Non perdete fiducia nella mia équipe e nel Cto.

Vi abbraccio tutti a uno a uno.

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