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Caso Eupolis, Cassazione assolve Maron: "Reato non configurabile"

Condannato in primo e secondo grado ad un anno di reclusione ed al pagamento di 450 euro di multa, l'ex ministro è stato oggi assolto

Caso Eupolis, Cassazione assolve Maron: "Reato non configurabile"

Si è concluso con l'assoluzione il processo che vedeva imputato Roberto Maroni, accusato del reato di turbata libertà degli incanti. Il procedimento giudiziario, avviato per far luce su alcune nomine relative all'Expo del 2015, aveva portato alla sbarra non soltanto l'ex ministro ed ex governatore della Regione Lombardia, ma anche alcuni collaboratori.

Dopo una condanna in primo grado, Maroni era stato giudicato colpevole anche dalla Corte d’Appello di Milano, che esattamente lo scorso anno (8 novembre 2019) aveva confermato la pena di un anno di reclusione e 450 euro di multa. Oggi, invece, la svolta. Secondo quanto riportato da "AdnKronos", i giudici della sesta sezione penale della Corte di Cassazione hanno deciso di assolvere l'ex ministro ed i suoi tre collaboratori (Giacomo Ciriello, capo di segreteria dell'ex governatore, Andrea Gibelli, l'allora vice presidente regionale, e Mara Carluccio) in quanto il reato non è configurabile. Si scioglie dunque l'accusa secondo la quale Maroni avrebbe favorito alcuni soggetti appartenenti al suo entourage concedendo loro degli incarichi di pregio. In particolare si faceva riferimento ad una consulenza da parte di Eupolis Lombardia in favore di Mara Carluccio.

Il verdetto, tuttavia, è stato annullato dagli ermellini, che hanno ritenuto"nella fattispecie non configurabile il reato contestato in relazione allo svolgimento non di una procedura di gara, intesa come meccanismo selettivo di una competizione e concorrenza tra i candidati, ma di una mera comparazione di profili professionali di soggetti rimasti ignari del procedimento interno di selezione". Tale decisione è stata presa al termine della camera di consiglio che si è svolta questo pomeriggio.

Insieme a Roberto Maroni, dunque, sono stati assolti anche Giacomo Ciriello, Andrea Gibelli e Mara Carluccio, che in precedenza erano stati condannati rispettivamente a un anno di reclusione, 10 mesi e 20 giorni di reclusione, e 6 mesi di reclusione. In appello, fanno inoltre sapere le agenzie di stampa, c'era stata una riqualificazione del reato.

Rivendicando la propria estraneità ai fatti, il rappresentante del Carroccio aveva dichiarato, come ricorda oggi "Il Fatto Quotidiano": "Nella mia lunga attività politica e istituzionale non ho mai preteso, né imposto niente a nessuno. In questo caso non ho mai preteso né imposto di assumere Mara Carluccio, non ho mai chiesto a nessuno di violare una norma di legge o di regolamento per mio conto. Mai.

Figuriamoci una norma penale".

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