Il centrodestra attacca: "Basta soldi all'Anpi è reato negare le foibe"

Caso Rovigo: Lega, Fi e Fdi chiedono lo stop ai fondi erogati dalla Difesa e dal Viminale

Il centrodestra attacca: "Basta soldi all'Anpi è reato negare le foibe"

Bloccare i contributi dello Stato a chi, come l'Anpi, fa propaganda negazionista tentando di riscrivere la memoria storica dei massacri delle foibe non solo si può, ma si deve.

La proposta - avanzata tra gli altri dal ministro dell'Interno Matteo Salvini, dal deputato Roberto Novelli di Forza Italia e dal capogruppo Fdi al Senato Luca Ciriani - non è solo legittima, ma perfino obbligatoria. Per capirlo basta esaminare la legge del 16 giugno 2016 con la quale viene attribuita rilevanza penale a qualsiasi affermazione negazionista riguardante non solo la Shoah, ma anche i fatti di genocidio, i crimini contro l'umanità e i crimini di guerra definiti da quello Statuto di Roma, istitutivo della Corte penale internazionale. In questo rientrano pienamente gli orrori delle foibe elevate a memoria storica dalla legge sulla Giornata del Ricordo. In virtù dei comportamenti delle sue rappresentanze di Rovigo e Parma, l'Anpi ricade pienamente nella sgradevole casistica prevista dalla legge anti negazionismo. A Rovigo un post pubblicato dalla locale sezione dell'Associazione Partigiani ha definito «invenzione storica» e «vergognosa fandonia» la foiba di Basovizza, ovvero il monumento nazionale simbolo degli orrori commessi dalle soldataglie slave di Tito con l'appoggio di molti partigiani del Partito Comunista italiano. La sezione dell'Anpi di Parma sponsorizza e sostiene, invece, un convegno a cui partecipano Sandi Volk, Claudia Cernigoi e Alessandra Kersevan ovvero tre noti esponenti del revisionismo di sinistra impegnati da anni a cancellare la memoria storica degli orrori delle foibe. Un impegno che trova puntuale riscontro nei titoli degli interventi programmati a Parma per il 10 febbraio, in perfetta concomitanza con la Giornata del Ricordo. Quel giorno la Kersevan illustrerà un video, intitolato «La Foiba di Basovizza un falso storico». Claudia Cernigoi tenterà di attribuire ai tedeschi il barbaro assassinio di Norma Cossetto, la studentessa italiana arrestata, violentata e infoibata, come rievocato nel recente film Red Land (Rosso Istria), dai partigiani titini e comunisti italiani nell'ottobre 1943. L'intervento di Sandi Volk intitolato «I morti delle foibe riconosciuti dalla legge: 354, quasi tutti delle forze armate dell'Italia fascista» punterà invece a ridimensionare i numeri dell'eccidio e giustificarlo spacciandolo come un'esecuzione di militari in divisa fascista. Insomma altro che «evento di memoria storica» o tentativo di «contestualizzare gli eventi» come millanta il presidente dell'Anpi di Parma, Aldo Montermini. Il convegno «Foibe e Fascismo» di Parma si preannuncia come puro revisionismo. E a sponsorizzarlo e sostenerlo ci pensa un'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia mantenuta in vita non solo dai contributi dei suoi iscritti, ma anche dai fondi riconosciutole dal Ministero della Difesa e dal Ministero dell'Interno.

Ora se il revisionismo, come prevede la legge del 2016 è reato, uno Stato non può certo permettersi di finanziare di chi lo realizza. Dunque chiudere il rubinetto dei fondi è quanto mai urgente. A cominciare da quelli elargiti da un ministero dell'Interno guidato oggi da Matteo Salvini.

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