S ilvio Berlusconi continua il suo quarto soggiorno a Merano dall'inizio dell'estate. Questa volta, però, il presidente di Forza Italia non ha affatto staccato la spina. I contatti con i dirigenti del suo partito sono costanti, anche in vista del grande convegno che Forza Italia organizzerà a Fiuggi la prossima settimana sotto la regia di Antonio Tajani. Una convention che avrà il suo culmine domenica 17 settembre, giorno in cui la Lega si riunirà a Pontida. Una coincidenza temporale che al netto dei toni e delle liturgie identitarie potrà dire qualcosa di importante sul centrodestra che verrà.
Berlusconi nelle sue uscite pubbliche altoatesine continua a registrare un affetto e una simpatia che a volte travalica anche i confini e le appartenenze politiche. «Da quando lo conosco» racconta Michaela Biancofiore che nei giorni scorsi è stata con lui a Merano «non ho mai visto livelli di consenso simili. Dovunque va scatena sentimenti positivi da parte di fan di ogni latitudine ed etnia. Mi piacerebbe fargli conoscere altri luoghi dell'Alto Adige, sogno di portarlo in alta quota, ci sono rifugi di montagna che lasciano senza fiato».
Al di là dell'affetto per il leader, il segno distintivo di questi giorni è la ritrovata attrattività del centrodestra. Renato Brunetta - che tiene aggiornato lo score dei sondaggi - fa notare che anche questa settimana nove istituti su nove danno il centrodestra unito in testa. Il capogruppo inizia anche a leggere segnali di timore in alcune letture giornalistiche. «L'analisi di Ilvo Diamanti oggi sulla Repubblica parte da due presupposti errati: il centrosinistra unito che ipoteticamente prenderebbe il 40%, e le difficoltà del centrodestra di correre unito per dinamiche di leadership. L'unità del centrodestra spaventa maggiormente Pd, M5S e la Repubblica, proprio perché tutti i sondaggi, all'unanimità, confermano un trend definito e costante: il centrodestra unito vince, e con ampio distacco».
Il centrodestra, peraltro, potrebbe presto dare il benvenuto a diversi rientri. L'accordo stretto da Angelino Alfano e Matteo Renzi in Sicilia sul nome di Fabrizio Micari sembra aver appiccato il fuoco dei malumori interni a Ncd. La diaspora siciliana si arricchisce di giorno in giorno di nuovi addii. E gli effetti di questa scelta si ripercuotono anche a livello nazionale. Roberto Formigoni, Gabriele Albertini e Maurizio Sacconi (quest'ultimo ha da tempo iniziato il suo percorso) potrebbero presto approdare sotto le insegne di «Energie per l'Italia» di Stefano Parisi. Maurizio Lupi, invece, dovrebbe restare nonostante le sue perplessità.
Un altro segnale di unità arriva da Roma, dove il centrodestra - dopo la polverizzazione delle ultime comunali - torna a riunirsi per le elezioni a Ostia.
Il X Municipio della Capitale - un'area che ha una popolazione simile a quella di Venezia - si accinge a diventare il banco di prova per un'alleanza tra Forza Italia, Fdi, Lega, Riformisti e Alfio Marchini.Un piccolo laboratorio che insieme a quello siciliano metterà le basi per quella che Giorgia Meloni definisce una «grande alleanza di patrioti per il governo della nazione».
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