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Il ceto medio adesso si aggrappa ai forzisti: "Vessati da burocrazia e fisco, aiutateci voi"

L'appoggio ai moderati di artigiani, commercianti e piccoli imprenditori

Il ceto medio adesso si aggrappa ai forzisti: "Vessati da burocrazia e fisco, aiutateci voi"

Milano - È uno degli obiettivi di Forza Italia: far da megafono al ceto medio produttivo, spina dorsale dell'economia italiana. Obiettivo centrato. Quando Mariastella Gelmini, regista della due giorni milanese IdeeItalia, alza la palla, i rappresentanti delle categorie ospiti al palazzo Stelline schiacciano. La Gelmini accarezza gli ospiti: «Dobbiamo ascoltare la voce del Paese, aprire il movimento. Abbiamo un grande lavoro da fare nella nostra metà campo. Non c'è solo l'emergenza immigrazione. Il lavoro non c'è e il costo del lavoro è esagerato. Si parla di ridurlo? Ma non bastano mica due miliardi e sette. L'unico modo per ricrescere è aumentare gli stipendi ai lavoratori. Non servono le mancette degli 80 euro ma investimenti seri. E il reddito di cittadinanza esclude il taglio del costo del lavoro».

Musica per le orecchie dei rappresentanti delle categorie presenti a Milano che si aggrappano agli azzurri affinché rilancino il loro grido di dolore. Nicola Spadafora di Confapi, sul costo del lavoro, va giù duro: «Noi siamo degli eroi perché paghiamo tre stipendi: uno al lavoratore e altri due allo Stato». Tasse e burocrazia sono le bestie nere prese di mira da tutti: «Siamo vessati da fisco e regolamenti - denuncia Matteo Baroni, presidente dei giovani imprenditori edili di Ance - e pure i Comuni non riescono a far nulla per colpa del codice degli appalti. Ci sono ben 600 opere pubbliche bloccate». Eppure il governo, perennemente in bolletta, si danna per raccattare risorse e come sempre guarda al mattone. Il che fa tremare Emanuela Poli di Assoimmobiliare che snocciola le cifre: «Il prelievo sugli immobili già adesso è impressionante: lo scorso anno è stato addirittura di 40 miliardi». Anche Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia è più che allarmato: «Si torna a parlare di un'unificazione di Imu e Tasi. Non si risolve così il problema della tassazione sugli immobili. Perché questo vuol dire nascondere nuove tasse, con i valori degli immobili che nel frattempo diminuiscono, facendo calare i risparmi degli italiani». Anche Carlo Massoletti di Confcommercio è durissimo: «Ora basta parlarer di rimodulazione dell'Iva e basta con tasse folcloristiche. Si parli invece di costi standard. Se tutti spendessero come la Lombardia, che peraltro eroga buoni servizi, si risparmierebbero ben 66 miliardi all'anno». E Alessandro Spada, vicepresidente di Assolombarda, la butta lì: «Bisognerebbe abolire il bonus degli 80 euro per risparmiare e abbattere così il costo del lavoro».

Anche gli agricoltori dicono la propria con Luca Brondelli (Confagricoltura): «L'Italia era leader nella produzione dell'ortofrutta. Ora la Spagna ci ha superato». «Il problema è che - denuncia Stefano Binda, guida degli artigiani e piccole imprese lombarde - il governo non ascolta i corpi intermedi. Se lo facesse, qualcosa di buono accadrebbe». Chi ascolta e prende nota, invece, è Forza Italia.

Che sente vicina l'ora del riscatto.

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