Dopo Charlie Hebdo, i terroristi islamici cercheranno di colpire il pastore americano Terry Jones, quello che bruciava il Corano, Salman Rushdie e l'autore delle prime vignette di satira su Maometto, il danese Kurt Westegaard e altri autori satirici, due danesi e una americana. Non serve la palla di vetro per dirlo: Al Qaida l'ha dichiarato nero su bianco sul numero dieci di Inspire , la rivista ufficiale del movimento terroristico che ha stilato un elenco dei dieci principali nemici da abbattere. La lista ovviamente non esaurisce gli obiettivi sensibili, ma certamente stila una specie di graduatoria di priorità. Dieci soli obiettivi dichiarati nel mondo, di cui uno solo Oltralpe: Charlie Hebdo. Eppure la Francia di Hollande non è riuscita a proteggerlo.
Emerge oggi che Amedy Coulibaly, il terrorista del market ebraico, era stato fermato pochi giorni prima dell'attentato e rilasciato. Ma si sapeva già che anche i fratelli Kouachi erano nel mirino dell'antiterrorismo, ma la sorveglianza era stata allentata perché considerati «non pericolosi». Eppure la Francia di Hollande non li ha saputi fermare.
Dopo l'attentato i tre terroristi hanno potuto girare liberi per altre 48 ore, colpire altri obiettivi e sequestrare delle persone, nonostante gli 88.000 poliziotti sguinzagliati. La Francia di Hollande non ha nemmeno l'alibi che l'America dell'11 settembre 2001 ha potuto legittimamente invocare, quello di essere stata colta di sorpresa. C'erano già stati attacchi, dalla scuola ebraica di Tolosa all'attentato della Defense. E ieri il premier Valls ha parlato di 1.300 jihadisti pronti a colpire la Francia. Difficile che l'abbia scoperto dopo la tragedia del 7 gennaio. Questi frammenti, a due settimane «dall'11 settembre d'Europa», compongono il mosaico di uno dei più clamorosi fallimenti di intelligence della storia. In qualunque altro Paese, forse perfino nel nostro, il leader politico sarebbe sotto accusa e come minimo sarebbe costretto a cacciare il ministro degli Interni. Come reagiscono i francesi? La popolarità dell'impacciato uomo dell'Eliseo ha registrato un picco senza precedenti, schizzando in alto di 21 punti percentuali e risollevando l'immagine del capo politico meno amato in Francia dai tempi di Luigi XVI. Il re Capeto perse la testa, François mantiene la poltrona.
Vengono in mente i celebri versi di Paolo Conte: «E i francesi che si incazzano». Ecco, i francesi non si incazzano più, a quanto pare. Hanno digerito l'arroganza di Nicolas Sarkozy, che ora sembra perfino possibile torni in sella nonostante la scarsa efficacia politica e l'ombra dei grandi scandali di corruzione internazionale, dal caso Bettencourt all'affaire di Karachi.
Hanno sottaciuto ossequiosi i vizietti di Dsk, l'uomo che sarebbe diventato presidente dei francesi se non fosse rimasto impelagato in un tentativo di stupro al Sofitel di New York.Non possiamo consolarci, ma almeno d'ora in poi sarà dura per i «cugini» farci la morale di fronte alle figuracce e all'impunità fissa dei nostri politici.
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